Il mostro del Corvetto by Fabio Scaletti

Il mostro del Corvetto by Fabio Scaletti

autore:Fabio Scaletti [Fabio Scaletti]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-06-09T22:00:00+00:00


Capitolo X

Un uomo perverso

Con l’omicidio della terza prostituta la situazione dell’inchiesta, almeno dal nostro speciale vertice di osservazione di segugi privati, mutò radicalmente. Donatella persistette nel suo paradossale voltafaccia e mantenne quell’aria disincantata e quasi spensierata che aveva assunto non appena si era diffusa la notizia del terzo atto della serie delittuosa, arrivando anzi all’incredibile punto di prospettare la possibilità di un’interruzione del nostro rapporto professionale, ventilandone l’inutilità. Naturalmente, in considerazione dell’assurdità della richiesta, Grandi e io rigettammo l’ipotesi di rinunciare al caso, anche se dovemmo accettare una riduzione della nostra presenza sul campo, ciò che significava la ritirata di Leonardo nel mio appartamento di Porta Romana, elevandomi al ruolo di unico custode di Donatella, la cui incolumità, checché ne pensasse lei, era per noi più a repentaglio di prima. L’apparizione nel suo palazzo, fortunatamente senza incresciose e irrimediabili conseguenze, del probabile assassino era un segnale assai inquietante, poiché lasciava presumere un qualche collegamento, per quanto sotterraneo e labile, tra la nostra protetta e l’omicida. Ad ogni modo, Grandi, che per una questione di puntiglio personale, più che di onestà professionale, non mollava mai a metà un’indagine, non si piegò alla volontà della mia amica d’infanzia e seguitò a investigare, visitando assiduamente il commissariato e facendosi mettere al corrente degli sviluppi del caso. La prima persona che, insieme, andammo a interrogare dopo il terzo assassinio fu Amilcare Follea, il proprietario, gestore, portiere e insomma tuttofare dell’albergo a ore dove venne trovata morta la seconda passeggiatrice, quella dai capelli biondo platino.

– Sono conscio che le probabilità che da questo colloquio emerga qualcosa di interessante sono minime – ammise Grandi mentre raggiungevamo la nostra destinazione a piedi, data la vicinanza della meta al nostro punto di partenza, cioè casa mia – Ma ascoltare quello che ha da dire l’unica persona che, oltre a Katia Campisi, ha visto l’assassino, mi sembra comunque necessario.

– Se non altro perché non sono molte le piste alternative – annotai – Devi infatti riconoscere, Leonardo, che la nostra situazione è quanto di più scoraggiante si possa immaginare. L’assassino può essere uno qualsiasi dei passanti che incrociamo per la strada, e anche quegli elementi che accomunavano i primi due delitti, e sui quali si poteva costruire qualcosa di concreto, sono stati in una certa misura contraddetti dall’ultimo omicidio. Là torture e coltellate, qui soffocamento e nessuna violenza; là le vittime vennero rinvenute nude legate a un letto d’albergo, qui la malcapitata è stata trovata vestita in un prato; là si trattava di prostitute che erano anche tossicodipendenti, qui, come hai appurato stamani in questura, no; l’unico punto in comune è il grosso coltello lasciato piantato nelle parti intime delle vittime a mo’ di firma, e dico l’unico perché pure la faccenda dell’identità di data degli omicidi è controversa: il momento della morte della terza prostituta è difatti in bilico fra il 20 e il 21. In sintesi, per usare una frase fatta, stiamo brancolando nel buio – conclusi.

– Parla per te – reagì Grandi, per il quale ogni accenno,



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