La cruna dell'ago by Ken Follett

La cruna dell'ago by Ken Follett

autore:Ken Follett
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
Tags: Ebook gratuito - vietata la vendita, Fiction, General
ISBN: 9788852039713
editore: Mondadori
pubblicato: 2013-06-03T22:00:00+00:00


Meno di cinque chilometri più avanti, cominciò a uscire vapore dal radiatore.

Faber capì che presto la macchina si sarebbe fermata del tutto, e cercò un posto per abbandonarla.

Trovò un viottolo fangoso che deviava dalla strada principale, probabilmente per portare a una fattoria. Ad un centinaio di metri dalla deviazione, il viottolo faceva una curva dietro un cespuglio di more. Faber fermò la macchina vicino alla siepe e spense il motore. Il sibilo del getto di vapore a poco a poco cessò. Scese e chiuse la portiera. Provò una fitta di rammarico per Emma e Jessie, che difficilmente avrebbero potuto far riparare la loro auto prima della fine della guerra.

Ritornò a piedi alla strada principale. Di là la macchina non era visibile.

Potevano passare un giorno o due prima che il veicolo abbandonato attirasse i sospetti. A quell’ora, pensò Faber, forse sarò già a Berlino.

Si mise in cammino. Prima o poi avrebbe incontrato un centro abitato dove rubare un’altra macchina. Non gli stava andando troppo male, in fondo: erano passate meno di ventiquattro ore da quando aveva lasciato Londra, e aveva ancora una giornata intera a disposizione prima che l’U-boat arrivasse all’appuntamento, alle sei del pomeriggio dell’indomani.

Il sole era tramontato da un pezzo, e le tenebre calarono all’improvviso. Ora Faber ci vedeva a stento. Per fortuna nel mezzo della strada c’era la linea spartitraffico bianca – un’innovazione introdotta dopo l’oscuramento per diminuire il pericolo della circolazione – e gli bastava seguire quella. Nel silenzio della notte avrebbe potuto sentire con molto anticipo se arrivava una macchina.

Ne passò una sola. Udì a distanza il rumore del motore, e fece in tempo a spostarsi dalla strada per alcuni metri e a sdraiarsi finché non si fu allontanata. Era un’auto di grossa cilindrata, una Vauxhall Dieci, credette di capire Faber, e correva veloce. La lascio passare oltre, poi si rialzò e riprese a camminare. Venti minuti dopo la rivide di nuovo, parcheggiata sul lato della strada. Avrebbe deviato per i campi se l’avesse notata in tempo, ma la macchina era ferma a luci spente e per poco non ci andò a sbattere nel buio.

Prima ancora che potesse pensare al da farsi, una torcia elettrica si illuminò e puntò verso di lui dal cofano, e una voce disse: «Ehi, c’è qualcuno?»

Faber entrò nel raggio di luce e rispose: «Un guasto?»

«Credo proprio di sì.» La torcia fu rivolta verso il basso, e avvicinandosi, Faber poté vedere, nella luce riflessa, la faccia coi baffi di un uomo di mezz’età vestito in doppiopetto. Nell’altra mano teneva una grossa chiave inglese, con fare incerto; sembrava indeciso su come usarla.

Faber guardò il motore. «Cos’è che non va?»

«Non arriva corrente» rispose l’uomo, pronunciando le parole con molta proprietà. «Un momento prima andava come una trottola, e subito dopo si è messa a zoppicare. Temo di non valere granché come meccanico.» Puntò la torcia verso Faber. «E lei?» chiese speranzoso.

«Nemmeno io» disse Faber, «ma so riconoscere un filo staccato quando lo vedo.» Prese la torcia dalla mano dell’uomo, si piegò sul motore e riattaccò il filo pendente alla testa del cilindro.



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