La legge di Manu by Vasco Mariotti

La legge di Manu by Vasco Mariotti

autore:Vasco Mariotti [Mariotti, Vasco]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788894073812
editore: Cliquot
pubblicato: 2015-02-07T22:00:00+00:00


XVII

Stranezze

Lorenzo Buoncompagni mostrò al brigadiere di servizio la sua autorizzazione, e questi gli batté sulla spalla a mo’ di saluto.

«O com’è andata?» gli chiese, mentre lo accompagnava lungo il corridoio.

«Te lo racconterò poi» rispose Lorenzo. «Vorrei restare solo, se non ti dispiace, prima però vorrei conoscere alcuni dettagli, dato che non ho avuto il tempo di leggere i verbali. C’eri anche tu quando è arrivato il giudice?»

«Sicuro che c’ero: anzi, sono stato io, col commissario Alberti, il primo a correre qui. Ci aveva avvertito una telefonata del droghiere all’angolo, da cui era capitata una vecchia domestica, al colmo dello spavento. Poi il giudice ha ritenuto opportuno fare allontanare subito la figlia della povera signora, mandandola, credo, all’Hotel Isotta e Genève.»

Lorenzo assentì pensieroso, guardandosi intorno: era in quel corridoio su cui si aprivano le camere da letto di Henie e sua figlia. A destra c’era la sala da pranzo, dove la notte precedente aveva trovato quella maledetta bottiglia; a sinistra invece la porta del salotto, dove era rimasto assolutamente incosciente di quanto gli avveniva intorno.

«Buon lavoro!» concluse il collega, tornando sui suoi passi dopo aver fatto un cenno all’agente che piantonava la camera del delitto. «Hai fortuna, perché ancora non è stato toccato niente. Il primo sopralluogo è stato piuttosto superficiale, e sono stati fatti pochi passi, nella camera, solo dal commissario e dal giudice.»

«Meglio così!» replicò Lorenzo, e aprì la porta della camera fatale. All’interno la luce era accesa e ogni cosa a prima vista sembrava in ordine. Ma sul grande letto, dalla parte destra, giaceva il corpo inanimato della vittima. Si arrestò un istante sulla soglia, percorso da un leggero brivido, cercando di cacciar via quella specie di torpore che lo attanagliava.

Altro che ordine! Quando avanzò nella stanza, lo spettacolo atroce gli si presentò in tutto il suo orrore. Macchie di sangue, già nero, un po’ dappertutto: sulla coperta, sullo scendiletto, sul tappeto che copriva il pavimento; sangue sulla toilette, sulla porta del bagno, sul rubinetto e nel lavandino, colmo ancora di acqua rossastra… L’assassino, compiuto il delitto, aveva pensato bene di lavarsi le mani!

Lorenzo si avvicinò con precauzione al letto, ed ebbe un nuovo brivido gelido, scoprendo il corpo: Henie dormiva l’ultimo sonno in una posa così tragica da incutere orrore e raccapriccio, la stessa dell’attimo in cui la morte l’aveva colta. Giaceva su un fianco, col dorso piegato e la testa leggermente in avanti; con le mani rattrappite sembrava tentasse di coprire la spaventosa ferita che le apriva la gola, e dalla quale il sangue doveva esser sfuggito con tale violenza da schizzare anche sulla parete di fronte.

Al colmo del raccapriccio si sorprese a pensare che se il boia che aveva compiuto quell’orrore fosse stato più vicino alla vittima, sarebbe stato investito da quel terribile getto di sangue. Ma forse così non era stato.

«Orribile!» si sentì sussurrare all’orecchio. Severino Delli era dietro di lui. Si scambiarono un saluto silenzioso, poi la loro attenzione fu presa nuovamente dal macabro spettacolo.

Lorenzo lasciò ricadere il lenzuolo.

«Ho l’autorizzazione del giudice per



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