La lotta col demone by Stefan Zweig

La lotta col demone by Stefan Zweig

autore:Stefan Zweig
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788876842306
editore: Frassinelli
pubblicato: 1992-01-01T00:00:00+00:00


Piano di vita

In me ogni cosa è disordinata come i fili della stoppia sulla conocchia.

Da una lettera giovanile

Kleist sentì presto dentro di sé questo caos del sentimento. Già da ragazzo e con molta più forza poi, a vent'anni, da ufficiale della Guardia, egli sentì seminconsciamente la sovrabbondanza interiore del sentimento in confronto all'angustia del mondo. Ma egli pensava che quella confusione, quel senso di estraneità non fossero che fermenti di gioventù, una errata impostazione della vita e soprattutto mancanza di preparazione, di sistema, d'educazione. E Kleist non era mai stato educato veramente alla vita: dalla casa paterna, divenuta orfana, egli passa sotto la disciplina d'un predicatore emigrato, poi alla scuola dei cadetti dove deve studiare l'arte della guerra mentre la sua inclinazione più intima sarebbe per la musica, prima espansione del suo sentimento nell'Infinito. Invece gli è concesso di suonare il flauto solo di nascosto - deve averlo suonato magistralmente - tutto il giorno deve prestare servizi di caserma nel duro esercito prussiano, fare esercizi sulle deserte spianate sabbiose della sua patria. E la campagna del 1793, che infine lo getta in una vera guerra, è la più deplorevole, pietosa, noiosa, antieroica di tutta la storia tedesca. Egli non ne ha mai fatto menzione come di un'azione guerresca, solo in una poesia alla pace esprime il suo ardente desiderio di sfuggire a quell'assurdità.

La divisa militare gli stringe troppo il petto diventato più ampio.

Sente fermentare in sé delle forze e sente pure ch'esse non possono uscire da lui per agire nel mondo finché non saprà disciplinarle.

Nessuno l'ha educato, nessuno l'ha istruito: perciò egli vuol essere il pedagogo di se stesso, "fabbricarsi un piano per la vita" o, com'egli dice, "vivere giustamente" e poiché egli è un prussiano il suo primo pensiero dev'essere quello dell'ordine. Vuol fare ordine dentro di sé, vivere giustamente secondo principi, idee, massime, e crede di poter dominare il caos ch'è in lui, di cui intuisce l'esistenza, con una vita regolata, schematica, conforme, per entrare poi, secondo la sua formula illuministica, "in rapporto convenzionale col mondo". La sua idea fondamentale è che ogni uomo deve avere un piano per la sua vita, e quest'illusione non l'abbandona più quasi sino alla fine. "Un uomo libero e pensante non si ferma dove l'ha spinto il caso... Sente che ci si può sollevare al di sopra del proprio destino, che anzi, a veder giusto, è possibile perfino governare il destino. Secondo ragione egli determina qual felicità è per lui la più alta, si abbozza il proprio piano di vita... Finché un uomo non è ancora in grado di formarsi da sé un piano di vita, è e rimane minorenne, che sia bambino sotto la tutela dei genitori o uomo sotto la tutela del destino", così filosofa Kleist a ventun anni, e crede di burlarsi del fato. Non sa ancora che il suo destino è dentro a lui ed è al tempo stesso al di là delle sue forze.

E si precipita con violenza nella vita. Depone l'uniforme: "La vita militare mi divenne tanto odiosa, che a poco a poco mi fu di peso dover contribuire alle sue finalità", scrive.



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