L'apprendista by Lois McMaster Bujold

L'apprendista by Lois McMaster Bujold

autore:Lois McMaster Bujold
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 1993-08-07T16:00:00+00:00


13

Il primo giro di Miles nei suoi nuovi possedimenti fu rapido ed estenuante. La Triumph era la sola nota incoraggiante. Bothari era esitante a esaminare le misure prese per tenere al sicuro quell’orda di nuovi prigionieri a causa del sovraccarico di lavoro sostenuto dalle unità assegnate a quello scopo. Miles non aveva mai visto un uomo che desiderasse più ardentemente avere un gemello; si aspettava quasi di vedere Bothari scindersi in mitosi sul posto. Il sergente permise a malincuore che Elena facesse da guardia del corpo a Miles in sua vece ma, appena fuori dai paraggi, Miles invece la mise a lavorare come un vero esecutivo, prendendo appunti. Non si fidava nemmeno della sua pronta memoria per quella massa di nuovi dettagli.

Nell’infermeria della raffineria, la sala più grande, era stato creato un nuovo pronto soccorso. L’aria era asciutta, fredda e stantìa, come tutta l’aria riciclata, dolce per gli antisettici profumati che coprivano il leggero fetore composto di sudore, escrementi, carne bruciata, e paura. Tutto il personale medico disponibile tra i prigionieri venne utilizzato per curare i loro stessi feriti; ci fu quindi bisogno di un altro paio di guardie sottratte al già esiguo equipaggio di Miles che, a loro volta, vennero assorbite dal bisogno momentaneo di aiuto-becchini. Miles osservò l’efficiente chirurgo e lo staff di Tung al lavoro, e lasciò correre, limitandosi a ricordare gentilmente alle guardie i loro doveri primari. Probabilmente finché i medici di Tung si davano da fare, loro erano al sicuro.

Miles era innervosito dal colonnello Benar, catatonico, e dagli altri due ufficiali feliciani che giacevano immobili, appena consapevoli di essere stati salvati. Sono ferite così piccole, pensava, osservando i leggeri graffi su polsi e caviglie, e le leggere macchie chiare sotto la pelle che rivelavano i punti dove era stato iniettato l’ipospray. Con iniezioni così minuscole, uccidiamo gli uomini. Il fantasma dell’ufficiale pilota ucciso, appollaiato sulle sue spalle come un corvo addomesticato, si stirò e arruffò le penne, silenzioso testimone.

Il meditecnico di Auson si avvalse dell’opera del chirurgo di Tung per la delicata posa della plastipelle che avrebbe sostituito il volto di Elli Quinn fino a che non fosse stata mandata, dove? come?, in qualche struttura medica con una adeguata biotecnica rigenerativa.

— Non è necessario che tu guardi — mormorò Miles a Elena, mentre lei era in piedi discretamente vicina a osservare il procedimento.

Elena scosse il capo. — Voglio.

— Perché?

— E tu perché?

— Non ho mai visto. Comunque, lei ha pagato per me. È compito mio, come suo comandante.

— Be’, è anche il mio. Ho lavorato con lei per tutta la settimana.

Il meditecnico scartò la plastipelle temporanea. Pelle, naso, orecchie e labbra sparirono. Il grasso sottocutaneo ribollì via. Con gli occhi che le brillavano bianchi, come per esplodere, il cuoio capelluto bruciato, cercò di parlare, un mormorio ottuso. Miles si ricordò che i suoi centri del dolore erano stati bloccati. Si girò improvvisamente di schiena, con le mani che gli scivolavano sulle labbra, e trangugiò.

— Non credo che dobbiamo rimanere. In realtà non siamo di alcun aiuto.



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