Le aeronavi dei Savoia by a cura di Gianfranco De Turris

Le aeronavi dei Savoia by a cura di Gianfranco De Turris

autore:a cura di Gianfranco De Turris [Turris, a cura di Gianfranco De]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EMMEBOOK
pubblicato: 2013-08-17T16:00:00+00:00


Il Fabbricante di Diamanti

di Ciro Khan

Il treno correva con velocità sempre uguale ed io, che tornavo alla mia città nativa dopo lunghi anni d'assenza, mi sentivo penetrare, non so perché, da un'imprecisa tristezza.

Ero solo in uno scompartimento di seconda classe con l'unica compagnia delle ombre del crepuscolo e credo che, sia per la noia che per lo strapazzo. non avrei tardato ad addormentarmi se alla stazione di G*** non fosse salito nel mio scompartimento un altro viaggiatore.

Si era seduto all'angolo opposto e chiaramente ne potevo osservare i lineamenti contro la lastra perlacea del finestrino. Mi aveva subito attratto.

Pallido, emaciato, con i capelli brizzolati. Poteva avere all'incirca un quarant'anni come me e avrei giurato di averlo conosciuto; quando e dove però non mi sovveniva. Mi lambiccavo il cervello per precisare i miei ricordi mentre anche l'altro sembrava fare altrettanto guardandomi attentamente.

Mi si fece luce d'un tratto. «Tu!» esclamai avvicinandomigli. «Pippo? Filippo Portaldi? e come potrò perdonarmi d'aver tardato tanto a riconoscerti?»

Esso pure mi aveva riconosciuto e ci abbracciammo ripetute volte. Per certo ci sembrò un momento di essere ritornati giovanotti come al bel tempo dell'Università; ridevamo dalla gioia pur guardandoci commossi e con gli occhi lucidi, rivolgendoci reciprocamente senza attendere risposta mille domande affettuose.

Ah, se ne era trascorso del tempo! Ci eravamo laureati ambedue nel medesimo anno dopo aver frequentato assieme il corso di fisica da amici inseparabili. Poi la vita ci aveva separati; bisogni e relazioni differenti ci avevano fatto non dimenticare ma trascurare la vecchia amicizia, così che cessammo anche di scriverci. Seppi che si era sposato e che aveva avuto un bimbo: dopo più nulla.

Ora ci ritrovavamo: chi l'avrebbe mai sognato? La noia e la stanchezza erano scomparse e gli raccontai animatamente gli episodi più salienti della mia vita; e in venti anni ce ne sono!

Parlavo tutto d'un fiato e solo quando finii m'accorsi che lui restava muto e grave. «Scusami sai!» dissi «è una vecchia mania; ti ricordi? Sempre volevo parlare per primo. Ma ora tu racconta pure. Mi sembra, quando niente più ignoreremo di noi, che dovremo ritornare come prima: giovani spensierati e senza segreti l'uno per l'altro».

«Ecco, tu sei stato felice o almeno sereno» cominciò «ma io... Sì ti dirò tutto, mi farà bene; e tu sarai l'unico a sapere con me il tragico segreto che sconvolse la mia vita e il cui ricordo mi perseguiterà sempre».

Una nota d'acuta sofferenza aveva vibrato nella sua voce e solo allora notai l'espressione di profonda mestizia che sembrava abituale e incancellabile sul suo volto così assecchito e invecchiato da che ci eravamo lasciati. Gli presi una mano che tenni stretta fra le mie ed ascoltai.

* * *

Ancora giovane – cominciò – dopo due anni di matrimonio mi morì mia moglie e restai solo con Carluccio, il bimbo che essa mi aveva dato.

Biondo come sua madre, robusto e squisitamente sensibile attrasse su sé ogni mio pensiero ed affetto. Vivemmo soli nella rustica pace di una casa di campagna dove abitavo; ed era mio unico conforto e sola letizia il vederlo crescere di anno in anno sempre sano e di buona indole.



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