Le Cronache di Prydain by Lloyd Alexander

Le Cronache di Prydain by Lloyd Alexander

autore:Lloyd Alexander [Alexander, Lloyd]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-10-11T12:00:00+00:00


Capitolo secondo

Cantrev Cadiffor

Idue compagni lasciarono le Paludi di Morva, puntando a sudest in direzione dei cantrev che si trovavano nella vallata lungo il fiume Ystrad, perché Taran aveva deciso di fare una tappa a Caer Cadarn, la fortezza di re Smoit, per chiedere al sovrano dalla barba rossa di fornire a entrambi un equipaggiamento più robusto di quello che avevano portato da Caer Dallben.

«Da quel punto» disse a Gurgi «potremo condurre le ricerche come ci sembrerà meglio di momento in momento. La mia povera, tenera testa è piena di domande,» sospirò poi, con un asciutto sorriso di rincrescimento «ma ahimè di piani non c’è la minima traccia.»

Quando le paludi erano ormai a parecchi giorni di marcia alle loro spalle, i due compagni varcarono il confine di Cadiffor, il regno di Smoit e il più grande dei cantrev della valle. Intorno a loro, la grigia brughiera aveva già ceduto da tempo il posto a verdi prati e a piacevoli terre boschive dove molte fattorie si annidavano nelle radure, ma per quanto Gurgi adocchiasse con malinconia quelle dimore, annusando il piacevole odore del fumo che attraverso i camini saliva dalle cucine, Taran non si allontanò dalla strada che aveva scelto. Se avessero mantenuto un’andatura sostenuta, entro altri tre giorni di viaggio sarebbero giunti a Caer Cadarn. Poco prima del tramonto, vedendo che nel cielo si stavano addensando nuvole scure e pesanti, Taran si arrestò e cercò rifugio in un boschetto di pini.

Erano appena smontati di sella e Gurgi si stava accingendo a slacciare le sacche dalle selle, quando un gruppo di cavalieri entrò al trotto nel boschetto. Taran si girò di scatto, estraendo la spada, e Gurgi si precipitò accanto al padrone con uno strillo allarmato.

Gli sconosciuti erano cinque, bene armati e montati su buoni cavalli; avevano il volto barbuto e scurito dal sole, e il loro portamento era quello di uomini da lungo tempo abituati alla sella. I colori della livrea che indossavano non erano quelli della Casa di Smoit, e Taran suppose che si trattasse di guerrieri al servizio di uno dei suoi vassalli.

«Riponi la spada» ingiunse il cavaliere in testa al gruppo, estraendo al tempo stesso la sua e arrestando il cavallo davanti ai due viandanti, a cui riservò un’occhiata sprezzante. «Chi siete? Chi servite?»

«Sono fuorilegge!» gridò un altro. «Abbattiamoli!»

«Sembrano più spaventapasseri che fuorilegge» commentò il capo del gruppo. «Direi che si tratta di un paio di servi fuggiti al loro padrone.»

«Io» cominciò Taran, abbassando la spada senza però riporla «sono Taran, Assistente Guardiano di Maiali…»

«E dove sono i tuoi maiali?» esclamò il primo cavaliere, con una rozza risata. «E perché non li stai sorvegliando?» Accennò con un pollice in direzione di Gurgi. «O vorresti forse dirmi che questo… questo misero essere è uno dei tuoi animali?»

«Questo non è un maiale!» ribatté Gurgi, con indignazione. «Non è affatto un maiale! È Gurgi, coraggioso e astuto, che serve il gentile padrone!»

La protesta della creatura servì soltanto a provocare un’altra risata da parte dei cavalieri. Il loro capo, però, aveva intanto scorto Melynlas.



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