Le Donne Del Club Omicidi 09 - Senza Appello by James Patterson & Maxine Paetro

Le Donne Del Club Omicidi 09 - Senza Appello by James Patterson & Maxine Paetro

autore:James Patterson & Maxine Paetro
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
editore: Longanesi
pubblicato: 2010-12-31T23:00:00+00:00


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La risposta alla «richiesta di riscatto» del Killer del Rossetto apparve sul Chronicle e nell'arco di poche ore gli occhi di tutto il mondo si rivolsero alla città di San Francisco. Arrivarono giornalisti di ogni tipo e colore che si raccolsero intorno alla Corte di Giustizia e alla sede del giornale, intasarono i telefoni di Tyler per chiedergli interviste e fermarono per la strada impiegati e agenti per strappare loro un commento. Chiunque — uomini, donne e bambini — avesse un'opinione da esprimere e un computer a disposizione scrisse al giornale.

I personaggi di maggior rilievo non rilasciarono interviste e il sindaco pregò i media di «lasciarci fare il nostro lavoro», promettendo di rivelare ogni particolare una volta portata a termine l'operazione.

Rich Conklin, Cappy McNeil e io eravamo al Chronicle per vagliare tutto quello che arrivava alla sede del giornale e individuare la risposta del killer fra le molte bufale. Solo così avremmo potuto sapere come recapitargli i due milioni di dollari e farlo smettere di seminare il terrore.

Era una soluzione in cui potevamo solo perdere, a meno che non riuscissimo a beccarlo. Il piano era semplice: seguire i soldi.

Alle 14.15 arrivò il carrello della posta con una spessa busta marrone indirizzata a H. Tyler. Mi infilai un paio di guanti di lattice e chiesi al fattorino chi gliel'aveva consegnata.

«Hal, della Speedy Transit. Lo conosco.»

«Hai firmato tu la ricevuta?»

«Sì, una decina di minuti fa. I,'ho portata subito su.»

«Come ti chiami?»

«Dave Hopkins.»

Gli dissi di andare in fondo al corridoio e di dire all'ispettore McNeil, un tipo grande e grosso in giacca marrone, di recarsi subito a parlare con Hai. Poi chiamai Conklin, che uscì dal suo bugigattolo dall'altra parte del corridoio e mi seguì nell'ufficio di Tyler.

«Henry, forse è arrivata. Ma potrebbe anche essere un pacco bomba.»

Tyler mi chiese: «Vuoi che la butti nel gabinetto o che la apra?»

Guardai Conklin.

«Mi sento fortunato» disse lui.

Posai il plico al centro della scrivania di Tyler, che aveva il piano rivestito in pelle. Avevamo tutti gli occhi fissi sulla busta indirizzata al direttore del Chronicle, con la scritta URGENTE in nero. Al posto del mittente, c'era solo una sigla in rosso: WCF.

Ai media non avevamo reso noto che l'assassino firmava i suoi delitti, per cui non avevo dubbi che arrivasse proprio da lui. Tyler prese il tagliacarte, aprì la busta e la inclinò con circospezione, facendo cadere sul ripiano della scrivania ciò che conteneva.

Dentro la busta c'era un cellulare con scheda prepagata, delle dimensioni di una saponetta, completo di tracolla, auricolare, microfono e fotocamera; c'era inoltre una seconda busta normalissima, bianca, indirizzata a H. Tyler. La aprii e lasciai cadere sulla scrivania il foglio ripiegato che conteneva. Era bianco, stampato con getto d'inchiostro. Diceva: «Tyler, mi chiami da questo telefono». Seguivano un numero e la firma: «WCF».



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