L'immagine diario del silenzio by Paolo Biscottini

L'immagine diario del silenzio by Paolo Biscottini

autore:Paolo Biscottini [Biscottini, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2019-02-15T00:00:00+00:00


LA METAFORA

In questo senso mi sembra pertinente far riferimento alla vicenda artistica di Beppe Devalle che, all’interno di scelte dichiaratamente figurative, sospinge le tematiche sul versante interpretativo, che gli consente di ricondurre l’immagine su un piano decisivamente metaforico, liberandola da derive narrative a favore di valori simbolici e spirituali. La lunga consuetudine con l’artista e la sua pittura mi hanno consentito di addentrarmi in modo particolare nella questione dell’immagine e di coglierne l’importanza e il valore, specialmente dall’inizio degli anni Novanta, quando, con leggerezza calviniana, trasferisce la ricerca dei decenni precedenti in composizioni di grandi dimensioni, la cui esposizione richiese nel 1992 al Serrone della Villa Reale di Monza, la costruzione di vere e proprie stanze, capaci di riprodurre le misure del suo studio, dove i lavori erano nati.

Nella mostra di Monza Devalle propone in modo assolutamente nuovo e originale quel suo interesse per la contemporaneità che, già evidente nei collage degli anni Settanta, qui si libera di ogni manierismo stilistico e di ogni forzatura linguistica per composizioni più sciolte e libere, adatte a stabilire un contatto diretto con i personaggi e i temi desunti dall’insistenza mediatica della realtà, dalle storie e dai volti dei rotocalchi ai feticci pop, fino alla rappresentazione di drammi epocali, in cui coglie le verità che si celano nelle pieghe della storia contemporanea. E prendendo decisive distanze dalle tendenze artistiche dominanti, si addentra coraggiosamente proprio qui, nelle viscere della storia e del suo misterioso inverarsi nell’oggi. Che senso può avere dipingere il presente, se non per coglierne il suo messaggio misterioso, quello che sfugge all’osservatore distratto? Quale gioco di fascinosi rinvii genera un ritratto pop, se non per dire quel che nessuno ha osato prima? La verità brucia la coscienza di ogni uomo e stravolge i sistemi formali della conoscenza. Richiede la volontà di essere cercata ovunque e sempre, ma in modo particolare nel tempo che viviamo. La verità ad ogni costo, analizzata e quasi vivisezionata: i dettagli che servono a spiegare, diventando simboli, come quelle proporzioni fantastiche e stravolte, e pur necessarie a capire il senso misterioso e ignoto del reale.

Così la pittura di Devalle diventa una personale messa in scena della realtà, per proporne la pregnanza significativa e dunque simbolica. Lontano da ogni esigenza mimetica, cerca di questa realtà, in modo crescente negli anni, quell’immagine necessaria a stabilire un ponte fra noi e il mondo. Non pittura sollecitata dal committente o più genericamente dal mercato. Al di fuori dunque di ogni tentazione borghese Devalle non dipinge per sé, ma per conoscere la realtà. Su di essa fa silenzio per cercarne lo spirito, l’anima. Così nasce l’immagine, come icona dei tempi moderni e dunque come occasione contemplativa che riconduce l’arte verso nuove prospettive intellettuali e culturali. E se tutto nasce dal linguaggio fotografico e cinematografico, da esso si allontana per conquistare aree di silenzio totale, ove anche la narrazione tace. Qui abita l’immagine. Non di un paesaggio, di un volto, di una composizione di frutta o di fiori, o di un brano tratto dalla



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