Lionel Asbo by Martin Amis

Lionel Asbo by Martin Amis

autore:Martin Amis [Amis, Martin]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858410820
editore: Einaudi
pubblicato: 2013-09-23T22:00:00+00:00


Parte terza

Chi ha fatto entrare i cani? Oh, chi ha fatto entrare i cani?

Chi ha fatto entrare i cani? Chi, chi?

2012: Cilla Dawn Pepperdine, Bimba in Fasce

1.

– «Elizabeth Sheringham-Pepperdine»? Che te ne pare?… Des, quando ti vuole chiamare ti chiama. Non rimanerci male. È troppo impegnato con le ragazze.

– Eh già. Strano, no? Prima non gliene fregava niente. Adesso ne ha una nuova ogni sera.

– Il Mandrillo Milionario. L’Asso di Cuori.

– Il Lotario della Lotteria. Sul Mirror lo hanno chiamato cosí. Sono arrivati a definirlo il Lancillotto del Lotto!

– Il Don Giovanni dell’East End. Ah ma ora è cambiato. Ha trovato il vero amore…

– Sai che sono un femminista, Dawn, – disse Des riprendendo il discorso interrotto. – Tutto quello che ti pare. Ma non funziona. «Elizabeth Sheringham-Pepperdine»? Sono… sono dieci sillabe. No.

– Mm. Stiamo solo rimandando il problema, non ti pare? Te l’immagini se da grande si sposa con uno i cui genitori hanno avuto la stessa idea?

– Già. Potrebbe chiamarsi, uhm, «Elizabeth Sheringham-Pepperdine-Avalon-Fitzwilliam». Le servirebbe un rigo intero per firmare!

– Va bene. «Elizabeth Dawn Pepperdine». Senza trattini. Un semplice secondo nome.

– Oh, sí. Mi piace. Ma aspetta. E se poi è un… Aspetta. «Desmond Dawn Pepperdine». Non mi dispiacerebbe. Sarei orgoglioso. Sí. Bene, Dawnie.

– «Robert Dawn Pepperdine». Non suona male.

– «Georgia Dawn Pepperdine». «Sybil». «Maria». «Thea». «Thea» mi piace. Ma poi lo zio Li la chiamerebbe «Fea».

– Ce ne faremmo una ragione, questo è poco ma sicuro… Des, gli devi dare la notizia. Digli che abbiamo bisogno di spazio. Per il bambino.

Des sospirò. E l’appartamento, appollaiato in cima ad Avalon Tower, andava avanti con sforzi stoici: la cucina sempre ordinata, il balcone, il bagno senza finestra, la camera da letto piú piccola, e la spaziosa tana di Lionel, ancora piena zeppa di merce di contrabbando (ma da tempo provvista di una nuova porta in compensato).

– E ammettilo, – disse Dawn. – Ci sei rimasto male. Sei in pena. È uscito da un mese e non si è fatto ancora sentire.

– Non è vero. Ci ha mandato un bigliettino per comunicarci il suo nuovo indirizzo!

– Mm. Il suo nuovo indirizzo. Da Wormwood Scrubs a «Wormwood Scrubs».

– Senti, devo andare da lui. Per dargli la notizia. Devo. Ora che sei bella grossa.

– Non sono affatto grossa! Ma com’è te lo spieghi, Des? Ancora non mi sembra di essere incinta. Anche quando si muove come un pazzo!

– Una pazza. Come sta tuo padre?

Era vero. Fino a quel momento la gravidanza di Dawn era stata praticamente asintomatica. Era Des ad avere la pelle secca e i mal di testa, era Des ad avere il bruciore di stomaco e i cambiamenti d’umore, era Des ad avere una salivazione esagerata e la costante sensazione di avere in bocca una manciata di monetine.

– … Va’ a trovarlo. Vai, Des. C’è di mezzo Grace. È una cosa urgente.

– C’è di mezzo Grace. Sí, devo andare.

Seduta sul tavolo, Goldie (che ora era una signora di tre anni) sollevò una zampetta, come per ricevere un baciamano, poi si baciò la zampa da sola, se la leccò e si rigirò distesa sul Daily Mirror.



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