Lirici Greci by AA.VV

Lirici Greci by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-26T12:29:44+00:00


Il cerilo

O fanciulle che il dolce suono seguite con soave voce, non più le membra ho docili. Fossi il cerilo che con le alcioni passa sereno sul fiore dell’onda, uccello di primavera, colore delle conchiglie!

39

STESICORO

A me non dà quiete

Poi che raramente la Musa

allieta soltanto, ma rievoca

ogni cosa distrutta:

a me non dà quiete il dolce

sonante flauto dalle molte voci

quando comincia soavissimi canti.

40

IBICO

Come il vento del nord

rosso di fulmini

A primavera, quando

l’acqua dei fiumi deriva nelle gore e lungo l’orto sacro delle vergini ai meli cidonii apre il fiore,

e altro fiore assale i tralci della vite nel buio delle foglie;

in me Eros,

che mai alcuna età mi rasserena,

come il vento del nord rosso di fulmini, rapido muove: così, torbido

spietato arso di demenza,

custodisce tenace nella mente

tutte le voglie che avevo da ragazzo.

41

Nuovamente Eros

Nuovamente Eros

di sotto alle palpebre languido

mi guarda coi suoi occhi di mare: con oscure dolcezze

mi spinge nelle reti di Cipride

inestricabili.

Ora io trepido quando si avvicina, come cavallo che uso alle vittorie, a tarda giovinezza, contro voglia fra carri veloci torna a gara.

Eurialo

Eurialo, fiore e ansia delle cerule Càriti dalle belle chiome,

Cipride e Péito dai mansueti occhi tra rose fiorite ti allevarono.

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SIMONIDE DI CEO

Per i morti alle Termopili

Di quelli che caddero alle Termopili famosa è la ventura, bella la sorte e la tomba un’ara. Ad essi memoria e non lamenti; ed elogio il compianto.

Non il muschio, né il tempo che devasta ogni cosa potrà su questa morte.

Con gli eroi, sotto la stessa pietra, abita ora la gloria della Grecia.

Lamento di Danae

Quando nell’arca regale l’impeto del vento e l’acqua agitata la trascinarono al largo, Danae con sgomento, piangendo, distese amorosa le mani su Perseo e disse: «O figlio, 43

quale pena soffro! Il tuo cuore non sa; e profondamente tu dormi

così raccolto in questa notte senza luce di cielo, nel buio del legno serrato da chiodi di rame.

E l’onda lunga dell’acqua che passa sul tuo capo, non odi; né il rombo dell’aria: nella rossa

vestina di lana, giaci; reclinato al sonno il tuo bel viso.

Se tu sapessi ciò che è da temere, il tuo piccolo orecchio sveglieresti alla mia voce.

Ma io prego: tu riposa, o figlio, e quiete abbia il mare; ed il male senza fine, riposi. Un mutamento

avvenga ad un tuo gesto, Zeus padre; e qualunque parola temeraria

io urli, perdonami,

la ragione m’abbandona».

44

MIMNERMO

E le dolcissime offerte

Quale vita, che dolcezza senza Afrodite d’oro?

Meglio morire quando non avrò più cari gli amori segreti e il letto e le dolcissime offerte, che di giovinezza sono i fiori effimeri per gli uomini e le donne.

Quando viene la dolorosa vecchiaia che rende l’uomo bello simile al brutto, sempre nella mente lo consumano malvagi pensieri; né più s’allieta guardando la luce del sole; ma è odioso ai fanciulli e sprezzato dalle donne: tanto grave Zeus volle la vecchiaia.

45

Al modo delle foglie

Al modo delle foglie che nel tempo fiorito della primavera nascono

e ai raggi del sole rapide crescono, noi simili a quelle per un attimo abbiamo diletto del fiore dell’età ignorando il bene e il male per dono dei Celesti.

Ma le nere dee ci stanno sempre a fianco, l’una con il segno della grave vecchiaia e l’altra della morte.



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