Lui by Derek van Arman

Lui by Derek van Arman

autore:Derek van Arman [Arman, Derek van]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Suspense, Thrillers, Fiction
ISBN: 9788817072557
editore: Rizzoli
pubblicato: 2014-03-14T23:00:00+00:00


30

Dudley Hall, lo scavafosse, mise la seconda alla sua Chevy 4×4, frullando la terra con gli pneumatici mentre scendeva ruggendo giù per le colline serpeggianti di Rabbit Run. Parlava e, intanto, sterzava per evitare buche grandi come voragini, che le foglie e l’acqua piovana avevano trasformato in enormi pozzanghere. Matthew Brennon ebbe l’impressione che infilarne una significasse morte certa e si afferrò alla cintura di sicurezza, facendola scattare e stringendola bene.

Vedendolo, Hall lo chiamò in causa: «Non c’è più una strada decente da quando è morto Carter». Sputò fuori dal finestrino. «La prigione ha smesso di mandare le squadre di forzati, era una violazione dei loro diritti.»

Brennon, con l’urna stretta tra le mani, sapeva che cosa Hall intendeva dire, mentre sperava che l’uomo che chiamavano Leon Rigby fosse a casa e che, combinazione ancora più fortunata, ricordasse qualcosa del vaso per la sepoltura con i resti attribuiti a Zachariah Dorani.

«Non avremmo dovuto telefonare?» gridò, lanciando all’orologio un’occhiata discreta, tanto per non offendere.

«No» urlò lo scavafosse. «Dove c’è fumo c’è arrosto.» Svoltò in uno spiazzo rotondo, sul margine della strada, e si fermò. La polvere avvolgeva la macchina in una spirale e Dudley Hall aspettò che si diradasse.

Da quell’altura sulla Woodside Mountain si vedeva un mosaico di case, fattorie e fabbriche addossate le une alle altre in una stretta valle lunga meno di due chilometri. Binari della ferrovia abbandonati costeggiavano la zona abitata più vicina e Brennon notò un deposito di treni sbarrato con delle assi e uno scalo di smistamento. Sulle stradine sottostanti non c’erano automobili e questo gli fece concludere che Woodside, per New York, doveva essere morta da tempo.

«Che cosa sta guardando?» chiese, mettendo l’urna sul sedile, tra le gambe.

Hall indicò attraverso il parabrezza offuscato. «Vede laggiù, quelle luci intermittenti?» Brennon riuscì appena a distinguere in lontananza una serie di faretti rossi che lampeggiavano sul lato opposto del deposito e si rese conto che si trattava di luci stroboscopiche per l’aviazione, collocate su un sostegno aereo. Qualcosa si protendeva in alto nel cielo.

«Una stazione radio?» chiese, incapace di distinguere la forma dell’oggetto.

«Un fumaio» disse Hall, che intendeva dire «fumaiolo». «È il crematorio di Rigby. Ed è anche in funzione. Si intravede il pennacchio di calore.»

Brennon notò che una cresta di nuvole bianche, sospese in basso sull’orizzonte, si divideva a metà proprio sopra l’ostacolo. «Non può essere che lo stia facendo funzionare qualcun altro?»

«Solo il vecchio scemo in persona» rispose Hall. Senza preavviso, schiacciò a tavoletta l’acceleratore e il fuoristrada filò avanti sulla terra e la ghiaia, schiacciando Brennon all’indietro contro il sedile. Mentre la Chevy proseguiva rombando, portando i due uomini verso una destinazione che Brennon poteva solo immaginare, l’agente cercò di concentrarsi su altre cose. L’aria fresca che entrava dal finestrino odorava di pulito, di umido, gli ricordava il Vermont dove aveva trascorso parte della sua infanzia ma, per ragioni che non capiva, quell’odore lo faceva pensare anche alla polvere, polvere umana, e a come una stagione particolarmente umida potesse inzuppare un uomo e poi farlo addensare



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