Nulla si distrugge by Marco Vichi

Nulla si distrugge by Marco Vichi

autore:Marco Vichi [Vichi, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2023-06-09T22:00:00+00:00


Nel cortile della questura, Piras tirò fuori Quartigliani dal Maggiolino, gli tolse le manette e lo affidò a due guardie. Bordelli aspettò di vedere l’assassino di Gemma scomparire dentro un portone dell’edificio.

«Adesso devi fare tutto da solo» disse, alludendo al fatto che un ex commissario in pensione non poteva occuparsi della burocrazia. Il sardo annuì.

«Non si preoccupi.»

«Chiami tu la mamma di Gemma? Non sarebbe bello che venisse a saperlo dal telegiornale.»

«La chiamo subito.»

«Adesso possiamo consegnarle le ossa. Ci pensi tu a parlare con Patrizia?»

«Certo, lasci fare a me.»

«Grazie Pietrino... Vado a riposarmi.»

«Dottore...» disse il sardo, come se dovesse dirgli qualcosa di importante.

«Dimmi.»

«Volevo dirle che... No niente, le auguro una buona serata» disse Piras, con l’aria di aver cambiato idea.

«Grazie, anche a te.»

«Ci sentiamo.»

«Spero di dimenticarmi presto questa mattinata» disse Bordelli.

«Anche io...» Si strinsero la mano, e il commissario ebbe di nuovo la sensazione che Piras avesse qualcosa da dirgli. Ma lasciò perdere. Voleva tornare a casa e sgombrare la mente. Salutò Mugnai dal finestrino e se ne andò.

Guidando si mise a pensare a qualche vecchio caso di omicidio di cui si era occupato, e si rese conto che di ognuno ricordava bene ogni dettaglio, ogni momento di svolta, addirittura pensieri e sensazioni, come forse accadeva a un poeta rileggendo i versi della propria giovinezza. A proposito di poesie, non vedeva l’ora di sfogliare il libro di sua mamma. Doveva telefonare presto alla guardia genovese, Caligaris, per chiedergli il favore di fare un bel disegno per la copertina da portare all’editore, e anche l’etichetta per l’olio... Doveva mettere benzina, fare un po’ di spesa, pulire la casa, lavare i piatti... Cercava di riallacciare i fili con la propria vita di sempre, di ritrovare i sentieri consueti...

Quella mattina era sceso a Firenze da quella stessa strada, l’Imprunetana di Pozzolatico, e adesso salendo gli sembrava di esserci passato chissà quanto tempo prima. Dovevano essere state quelle ore tristi e cupe vissute sulla montagna pistoiese, a creare dentro di lui una grande distanza da un passato di poche ore. Il tempo è una dimensione dell’anima, diceva Sant’Agostino... Diceva anche: Ama e fa’ ciò che vuoi... Come dire: chi ama non si avvicina a quel confine al di là del quale si annulla l’amore, confine che addirittura non vede e non avverte come tale, essendo l’amore un territorio sconfinato... Ma guarda un po’ cosa si metteva a pensare guidando in mezzo alla campagna.

Arrivò a casa, mangiò una minestrina in brodo, una mela, e dopo il caffè andò a camminare nel bosco dietro casa insieme a Blisk... Guardava il cielo, le grandi nuvole bianche e soffici che scivolavano lente in un azzurro intenso. Voleva togliersi dalla mente la mattina che aveva appena vissuto, il racconto di Quartigliani. Le parole di quell’uomo ricco, con la personalità sgangherata, gli avevano fatto rivivere e quasi vedere il sogno d’amore, la sofferenza e la morte oltraggiosa di una bella ragazza dall’animo delicato... Una ragazza che aveva avuto la sfortuna di sposare uno come lui. E voleva dimenticare anche Piergianni Maria



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