Ordine e disordine by Luciano de Crescenzo

Ordine e disordine by Luciano de Crescenzo

autore:Luciano de Crescenzo [Crescenzo, Luciano de]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-08-29T22:00:00+00:00


X

Il computer

La prima volta che c’incontrammo fu nel settembre del ‘61, a Maratea, presso il Lanificio Rivetti. Mi fu presentato dal dottor Negro, il direttore del Centro Elettronico. Mi ero sposato da pochissimo, da un mese o poco più, e tutto potevo immaginare tranne che quell’incontro avrebbe finito per condizionare tutta la mia vita. Oddio, proprio tutta no, diciamo mezza.

Lui stava lì, silenzioso, immobile, e occupava un intero salone. Era di colore azzurrino. Si chiamava IBM 1401. Tanto grande come ingombro, quanto povero di memorie, ne aveva solo duemila e non facevi in tempo a iniziare un lavoro che già eri costretto a chiuderlo per perforare i risultati parziali e iniziare un secondo passaggio. Non era capace nemmeno di fare le moltiplicazioni. Per fargliele fare bisognava convincerlo con le buone. Bisognava, cioè, fargli sommare tante volte un numero per quanto grande era il suo moltiplicatore. Dio, la fatica!

E poi, maledizione e morte, si rompeva di continuo: in media una volta al giorno. Il tecnico di manutenzione non ne poteva più. Per non andare di continuo dall’albergo al centro e dal centro all’albergo, si era fatto mettere una brandina nel magazzino ricambi, a due passi da lui. In pratica, dormivano insieme.

Ovviamente mia moglie l’odiava: erano più le sere che non tornavo a casa per la cena che quelle in cui riuscivamo a stare mano nella mano davanti alla televisione. Sotto sotto ne era anche gelosa, in particolare quando me ne sentiva parlare: «Ieri ha fatto questo… oggi ha fatto quest’altro». Lei, poverina, avvertiva la presenza di un terzo incomodo, non proprio un’amante ma qualcosa del genere.

La prima cosa che capii dei computer è che non perdonano: hanno un loro modo di lavorare freddo, razionale, inflessibile. Oserei dire che non hanno pietà. Procedono per passi successivi, metodici, sempre gli stessi, e non prevedono risposte all’infuori del sì e del no. Di fantasia neanche a parlarne. Pur ottenendo, a volte, risultati strepitosi, se visti da occhi profani, restano comunque dei marchingegni velocissimi ma stupidi. Più volte mi sono divertito a metterli in difficoltà. A volte basta chiedere loro un semplice calcolo sulle date per mandarli in tilt. Si dice, per esempio, che il passaggio dal 1999 al 2000 costringerà le banche a rifare tutti i programmi che calcolano gli interessi dei depositi. Un costo di milioni e milioni di dollari. Perfino le banche svizzere andranno in crisi!

I computer nascono da un bisogno di velocità. Erano i primi anni Quaranta, quelli della seconda guerra mondiale, quando qualcuno, a Filadelfia, notò che i calcoli delle traiettorie della contraerea erano interminabili. Le calcolatrici meccaniche, infatti, erano così lente, ma così lente, che gli aerei nemici avevano tutto il tempo di arrivare sugli obiettivi, gettare le bombe che volevano e andarsene via, senza che quelli di sotto avessero avuto modo di sparare un solo colpo di cannone.

«E se usassimo l’elettricità, invece delle macchinette manuali?» propose il responsabile della contraerea, il dottor Mauchly, al suo amico Eckert. «Non pensi che faremo prima?»

«Faremo prima di sicuro,» rispose Eckert «ma per ogni numero, dallo zero al nove, ci vorrebbero dieci fili e dieci lampadine.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.