Pablo Picasso by Anatoli Podoksik

Pablo Picasso by Anatoli Podoksik

autore:Anatoli Podoksik [Podoksik, Anatoli]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781785259449
editore: Parkstone International


Il bagno, 1908. Olio su tela, 38 x 62,5 cm,

Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo.

Studi e progetti per Tre donne.

La forma, in Tre donne, è creazione scultorea; non è difficile, infatti, immaginarla ritagliata lungo una linea tratteggiata e ricostruita in tre dimensioni. E anche la Contadina (a figura intera), i cui volumi e le cui masse sono così poderosamente scolpiti da sembrare carichi di dinamite, deriva direttamente dal lavoro svolto su una vera e propria scultura di cui si trovano sui taccuini diversi studi tridimensionali. Il vero e proprio temperamento da scultore manifestato da Picasso, e riconosciuto da Julio González, lo induce a un’estrema laconicità e al ripudio di tratti non indispensabili, al fine di mettere a nudo l’essenza plastica dell’immagine e di enfatizzarne la realtà. Picasso parlò, a questo proposito, di «surrealtà», e già ai tempi del cubismo si considerava un realista. Per Picasso, infatti, la scultura serviva anche come verifica della percezione della realtà, della sua validità fisica, dato che, come lui stesso osserva, «la scultura è il miglior commento che un pittore possa proporre sulla pittura».[74] Contadina (a figura intera) è il ritratto della statua di una donna presso cui, nell’abitato di La Rue-des-Bois, non lontano da Parigi, il pittore trascorse diverse settimane alla fine dell’estate del 1908. Conosciamo il suo nome, e da qualche parte potrebbero persino esistere delle fotografie, ma queste difficilmente potrebbero convincerci della realtà di madame Putman più di quanto già non faccia Picasso nella Contadina, con i suoi tratti ruvidi e il suo corpo da lavoratrice dei campi, plasmato dalla fatica. Anche il giovane Van Gogh dipinse le stesse figure con penetrante realismo, ma nella monolitica contadina di Picasso, eseguita con una sobrietà pari all’accuratezza, ci troviamo di fronte a un super-realismo che trasforma la contadina in una grande divinità ctonia, pietrificata da un’insormontabile gravità, il viso vanamente rivolto al cielo. «Una bottiglia su un tavolo non è meno significativa di un dipinto religioso».

Non c’è nulla di meglio, per descrivere l’essenza delle nature morte picassiane del 1908, di ciò che l’autore stesso ebbe a dirne in una conversazione con Yakov Tugendhold nei primi anni Dieci.[75] E se gli studiosi, per opere come Piatto verde e bottiglia nera e Brocca e vasi, parlano ora con cautela non solo di un ritorno al concreto bensì anche di una drammatizzazione dello spazio circostante (Daix), queste stesse nature morte della collezione Shchukin verranno interpretate, nel secondo decennio del Novecento, in Russia, come una sorta di rivelazione spirituale, sorta di “icone nere”.

Queste immagini, pur essendo costituite non da oggetti simbolici o misteriosi, bensì d’uso comune, paiono tuttavia animate più da un desiderio di auto-espressione che non da un interesse per l’oggettività materiale. Ciò è vero, quantomeno, per queste prime opere che, in pratica, sono in tutto e per tutto simili alle composizioni, alle figure e ai paesaggi eseguiti nel 1908 da Picasso nel suo studio parigino, nel senso che con tutta evidenza non sono ritratti dal vero. Si resta sgomenti di fronte all’esaltazione drammatica di Piatto verde e bottiglia



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