Partita doppia by Marco Leonardi;

Partita doppia by Marco Leonardi;

autore:Marco Leonardi;
La lingua: ita
Format: epub
editore: edigita


L’esempio dell’edilizia sanitaria: i ritardi del governo centrale e delle Regioni

Gli investimenti in edilizia sanitaria costituiscono un esempio utile e chiaro di come ritardi e ostacoli alla spesa si generino a cavallo tra Stato, Regioni e Comuni. Spesso è la Corte dei conti, l’organo di controllo e di magistratura contabile che ha ramificazioni territoriali, a segnalare ritardi o irregolarità negli investimenti.

Nel 2022 la Corte e il ministro della Salute informano il governo Draghi in merito allo stato di avanzamento del programma straordinario di edilizia sanitaria, riqualificazione e ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico. Il comitato interministeriale che assegna le risorse per questi investimenti (il CIPESS) istituisce un tavolo di confronto tecnico con le amministrazioni regionali per capirne di più.

Nel tempo il programma pluriennale ha messo a disposizione delle Regioni – che hanno la competenza esclusiva in materia di sanità – stanziamenti per circa 32 miliardi di euro, suddivisi secondo specifiche linee di finanziamento. Di questi 32 miliardi, 23 sono destinati a essere utilizzati mediante Accordi di programma (AdP) tra ministero della Salute, MEF, Regioni e Province autonome. Una volta sottoscritto l’Accordo, la Regione o la Provincia autonoma dispone di un arco temporale di 30 mesi, prorogabili, per presentare un progetto con il quale richiedere al ministero l’ammissione a finanziamento degli interventi. Ad avvenuta autorizzazione, le risorse statali possono essere erogate per stati di avanzamento lavori su mandato del MEF a valere sul capitolo di spesa allocato nel proprio bilancio. Ovviamente la sottoscrizione degli Accordi di programma non significa aver speso le risorse ma solo averle impegnate.

Gli accordi finora sottoscritti sono 88, per un importo complessivo a carico dello Stato di circa 13 miliardi di euro, al netto delle revoche, di cui circa 11 miliardi ammessi a finanziamento. Le risorse non ancora impegnate e quindi ancora disponibili per la sottoscrizione di Accordi di programma ammontano a 10 miliardi di euro. Le competenze attuative sono così distribuite: i) le Aziende sanitarie locali (ASL), nella veste di soggetti attuatori finali, presentano alle Regioni un’idea progettuale corredata da uno studio di fattibilità; ii) le Regioni, valutata la fattibilità e l’importanza dell’intervento dal punto di vista strategico, inseriscono il progetto nel programma degli interventi; iii) una volta ultimato, il programma degli interventi viene sottoposto al ministero della Salute; iv) il ministero della Salute, valutati i progetti preliminari e gli studi di fattibilità, autorizza gli interventi e l’erogazione delle risorse mediante la sottoscrizione e l’attivazione di Accordi di programma; v) le Regioni fanno richiesta di ammissione a finanziamento dei singoli interventi al ministero della Salute; vi) intervenuta l’ammissione a finanziamento, le ASL procedono all’indizione di procedure a evidenza pubblica per attuare gli investimenti. La procedura, regolata da un accordo tra Stato e Regioni, è quindi lunga e complicata e coinvolge almeno tre livelli di amministrazione: le ASL, le Regioni e il ministero.

La Corte dei conti e il ministero della Salute, nelle loro informative hanno rappresentato che l’impiego dei fondi richiede tempi molto lunghi che comportano pesanti ritardi nella realizzazione degli investimenti pubblici in edilizia sanitaria, per cui la capacità di spesa delle Regioni appare gravemente inficiata.



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