Risplendi, non bruciare by Elle Casey

autore:Elle Casey [Casey, Elle]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-10-21T22:00:00+00:00

Capitolo 23

Maeve mi invitò a sedermi con lei su una staccionata da cui avremmo avuto una buona visuale su quello che stava accadendo, pur non intralciando il lavoro degli uomini. Salii con qualche difficoltà accanto a lei. La caviglia non era troppo contenta di dover sollevare il mio peso in quel modo. Quando ci fummo sistemate, iniziò a spiegarmi quello che vedevamo.

«Tutti questi vitelli vanno vaccinati, marchiati e castrati prima che diventino troppo grandi, quindi è per questo che gli uomini stanno lavorando fino a tardi e che Boog è rimasto per dare una mano. Abbiamo diverse centinaia di capi da trattare ed è un lavoro estenuante.»

Gli animali più piccoli venivano spinti da Ian lungo un passaggio tra barriere di metallo, fino a un piccolo recinto quadrato dove Mack li aspettava. Quando il vitello arrivava in quell’area, Ian chiudeva l’ingresso per bloccarlo in un piccolo box. Mack a quel punto abbassava delle sbarre per intrappolargli la testa e poi il corpo.

Il cuore mi balzò in gola mentre lo osservavo muovere un’altra leva e poi girare il vitello su un fianco in quel congegno. Da un punto di vista puramente animalesco, quello spettacolo di forza bruta fu inaspettato ed eccitante. «Oh mio Dio» sussurrai, incapace di distogliere lo sguardo. «Che sta facendo?»

«Sta mettendo il vitello in posizione così che possano lavorare su di lui. Il box di metallo si chiama gabbia di trattamento. Che tu ci creda o no, essere rinchiusi in quel modo calma la maggior parte del bestiame.»

«Che cosa devono fargli?»

«Vedrai…»

Mack aprì lo sportello vicino al collo del vitello. Allo stesso tempo Ian afferrò la zampa posteriore dell’animale e la tirò.

Angus si avvicinò con qualcosa in mano, mettendosi vicino al collo della bestia.

«E Angus cosa fa?»

«Vaccinerà il vitello e poi lo marchierà.»

«Fa male?» chiesi, pronta a piangere per l’animale.

«Il vaccino? No, per niente. È un’iniezione sottocutanea, come fa il veterinario con i gatti o i cani. La marchiatura invece può essere un po’ dolorosa. Di solito rimangono sdraiati, ma a volte gridano un po’ o scalciano. È normale. Poi però si alzano e si muovono come se non fosse successo niente. Sono bestiole toste. È la castrazione che fa male, ma non tanto quanto tu possa pensare.»

«Chi si occupa di quella?» chiesi, sentendo lo stomaco rovesciarsi di nuovo.

«Boog. Viene pagato in testicoli ed è gentile e capace. Siamo fortunati ad averlo, e anche gli animali.»

«Penso di aver frainteso. Hai detto che lo pagate in palle?» chiesi con voce tesa.

Lei ridacchiò e mi diede una pacca sul ginocchio. «No, hai sentito bene. Presto capirai perché.»

Non risposi perché ero piuttosto sicura che non avrei mai capito come dei testicoli potessero essere considerati un mezzo di pagamento. Senza contare che discutere sarebbe stato una perdita di fiato; era evidente che da quelle parti avevano un diverso sistema di valori.

Il vitello scalciò un po’ e poi sembrò arrendersi, cedendo alla forza di volontà degli uomini che lo tenevano fermo. I muscoli dell’avambraccio di Mack si tesero e le cosce gli si gonfiarono sotto i jeans per lo sforzo di voltare l’animale e far funzionare il macchinario.

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