(tarzan 02) - IL RITORNO DI TARZAN - [1913] by Burroughs E. Rice

(tarzan 02) - IL RITORNO DI TARZAN - [1913] by Burroughs E. Rice

autore:Burroughs E. Rice [Rice, Burroughs E.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-03T18:06:53+00:00


14 - Ritorno al passato

Quando Tarzan cadde in acqua, il suo primo impulso fu di allontanarsi dal fianco della nave per evitare il pericolo delle sue eliche. Comprese subito chi doveva ringraziare per la critica condizione in cui si trovava, e mentre si sosteneva sulle onde con un leggero movimento delle mani, la sua principale amarezza era il pensiero d'essere stato sopraffatto così facilmente da Rokoff.

Rimase pressoché fermo nello stesso punto per un certo tempo, fissando le luci della nave che rapidamente si allontanavano affievolendosi. Ma non gli venne nemmeno l'idea di chiedere aiuto.

Non l'aveva mai chiesto in tutta la sua vita, e non è da meravigliarsi se anche quella volta fece lo stesso. Nella giungla si era abituato a fare assegnamento soltanto sulle proprie forze, e nessuno, ad eccezione di Kala, aveva mai dovuto rispondere ad una sua invocazione di soccorso. Quando pensò di chiederlo era ormai troppo tardi.

Vi era una probabilità contro centomila che egli potesse venir raccolto, e forse una probabilità ancora minore che toccasse terra.

Tuttavia, benché non lo sorreggesse molta speranza, decise di nuotare lentamente in direzione della costa, a cui la nave poteva essersi trovata più vicina di quanto egli non pensasse.

Le sue bracciate erano lunghe ed agili, e molte ore avrebbero dovuto trascorrere prima che quei muscoli formidabili avvertissero la fatica. Mentre nuotava, guidato verso est dalle stelle, sentì ai piedi il peso delle scarpe e se le tolse. Più tardi si levò pure i calzoni, ed anche la giubba li avrebbe seguiti se in una tasca non avesse conservato alcune carte preziose. Per rassicurarsi, v'infilò una mano, ma, con grande stupore, la trovò vuota.

Comprese allora che qualcosa più della vendetta aveva spinto Rokoff a precipitarlo in mare, e che il russo era riuscito a tornare in possesso dei documenti che egli gli aveva tolto a Bon Saada. L'Uomo Scimmia mandò un'imprecazione, e, togliendosi anche la giubba e la camicia, le abbandonò nell'Atlantico. Liberatosi completamente d'ogni vestito, poté nuotare più spedito e sciolto verso oriente.

Il primo debole chiarore dell'alba faceva impallidire le stelle nel cielo, quando scorse proprio nella sua direzione l'oscuro profilo di una massa nera. Le si avvicinò con poche forti bracciate, e vide che si trattava dello scafo d'un bastimento naufragato. Tarzan vi si arrampicò sopra per riposarsi un poco, almeno fino allo spuntare del sole. Ma non intendeva rimanere lì a lungo inattivo, preda della fame e della sete. Se doveva morire, preferiva che la morte lo cogliesse mentre lottava per salvarsi.

Il mare era calmo, e la carcassa della nave aveva soltanto un leggero movimento ondulatorio, che dava un senso di riposo a Tarzan il quale non aveva dormito da venti ore. Infatti, dopo essersi accomodato come meglio poteva, si addormentò profondamente.

Il calore solare lo risvegliò nel pomeriggio. Subito, si fece vivo un forte bisogno di bere che ben presto aumentò fino a produrgli una grande sofferenza; ma, un momento dopo, la gioia di due scoperte quasi simultanee gli fece dimenticare la sete. Prima di tutto si avvide di un



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