Troppi paradisi (2015) by Walter Siti

Troppi paradisi (2015) by Walter Siti

autore:Walter Siti [Siti, Walter]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2016-03-14T23:00:00+00:00


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Il Preside non è riuscito a far chiamare la moglie ma non ha smesso di combattere; a me, che gli avevo chiesto scusa per l'assenza di quel giorno, ha risposto che non accettava le mie scuse – «che devo fare, allora?» – ha affabulato l'oscura storia di un suo parente che, essendo fallito con la fabbrica, ebbe dal capo della polizia finanziaria un prezioso suggerimento: andandosene gli lasciò sul comodino, fingendo di dimenticarla, la sua pistola d'ordinanza. Esagerazioni tipiche di un ambiente chiuso, costretto a sfogare le naturali pulsioni belliche in minchiate di scarsa rilevanza. Tutto quello che può capitare a sua moglie, quanto a tragicità, è dover prendere il treno fino a Foggia (dove sono disposti ad assumerla), ricalcando le antiche transumanze. Ma lui è come Achille nella tenda, o Cesare che si copre il capo dopo la pugnalata di Bruto. Le rappresaglie sono in corso: oggi dovremmo battezzare due nuovi ordinari, che cambierebbero il gioco delle maggioranze e renderebbero di nuovo possibile l'arrivo della moglie. I nemici del Preside ovviamente si oppongono e stanno facendo mancare il numero legale: siamo alla ricerca di un collega che, stanato di casa, risolverebbe il problema. I due nuovi ordinari hanno pieno diritto di essere chiamati, nei loro confronti si sta consumando un'ingiustizia pura, una vendetta trasversale. Tutti gridano ingiurie esorbitanti e fuori bersaglio – ma rientrando dal corridoio di corsa la filologa romanza alza tutt'e due le braccia per imporre silenzio: «Pare che gli Stati Uniti siano stati attaccati, non si sa da chi: è crollato il Pentagono, sono state bombardate le Twin Towers e un aereo nemico si sta dirigendo sulla Casa Bianca».

Sì, e io sono diventato di colpo un ornitorinco. Ma la Cassandra dei provenzalisti viene rincalzata da altre voci: chi dice È stato il Mossad israeliano per dare la colpa agli arabi, chi dice Gli americani si sono bombardati da soli per aumentare i controlli all'interno e proporsi come gendarmi del pianeta.

Arrivato a casa, dalla Cnn finalmente le vere dimensioni del fatto: l'aereo che entra nel grattacielo come nel burro, con relativa nuvoletta, e i crolli, e la smania di sapere se gli altri edifici intorno crolleranno, il blocco numero 5, il 6, il 7, con un effetto domino. I pupazzi viventi che si gettano nel vuoto, la folla inseguita dalla polvere e dai detriti. Come sono brutti gli americani in emergenza, non hanno il fisico della vittima; i culoni, il jogging rimandato o fatto solo stancamente la domenica. Che differenza col patetismo degli affamati etiopi, o cogli alluvionati del Bangladesh. Se si liberano gli uomini dal dolore e dalla miseria, per mantenere alto il loro tasso di dignità è necessaria una tecnologia dispendiosissima.

L'eleganza e la perfezione di una mossa di karate: hanno usato le invenzioni “pesanti” dell'Occidente per dirigergliele contro: la mia ammirazione per la genialità strategica di Bin Laden è enorme. Più che ammirazione, entusiasmo, euforia: la distruzione è meglio dei culturisti. Wow Bin Laden, sei il mio idolo! Dovremo ringraziarlo, per averci fatto uscire dalla bella époque e aver rimesso la storia in movimento.



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