Vite parallele. Vol. III by Plutarco

Vite parallele. Vol. III by Plutarco

autore:Plutarco
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


[1, 1] Non sorprende che, nel continuo avvicendarsi di eventi dovuto al capriccio del caso, spesso, per pura coincidenza, si determinino situazioni analoghe. [2] Può darsi che, essendo indefinita la quantità di materia a disposizione della sorte, essa agevolmente dia vita ad una infinità di situazioni analoghe; ovvero che, verificandosi gli eventi da materiale delimitato, necessariamente situazioni derivate dalle medesime circostanze si ripetano. [3] Vi è chi si diletta a collegare eventi — letti o sentiti raccontare — la cui analogia è dovuta a mera coincidenza, sicché in apparenza sembrino scaturire da un disegno razionale e provvidenziale. [4] Alcuni esempi: i due famosi Attis, l’uno di Siria, l’altro arcade, furono entrambi uccisi da un cinghiale1; dei due Atteoni uno fu sbranato dai cani, l’altro dilaniato dai suoi amanti2; [5] dei due Scipioni l’uno fu il primo a sconfiggere i Cartaginesi, l’altro ne determinò la fine3; [6] Ilio cadde prima ad opera di Eracle per via delle cavalle di Laomedonte, poi ad opera di Agamennone che la prese con l’inganno del cavallo di legno ed, infine, ad opera di Caridemo perché un cavallo si mise tra le porte della città impedendone la chiusura4; [7] due città che devono il loro nome a piante tra le più odorose — Io e Smirne —, secondo la tradizione, sono la patria di Omero la prima e la sua tomba la seconda5. [8] Mi sia consentito aggiungere un altro esempio. I generali più bellicosi, abili e subdoli rimasero con un occhio solo: alludo a Filippo6, Antigono7, Annibale8 ed a Sertorio9, protagonista di questo bios. [9] Meno donnaiolo di Filippo10, più leale di Antigono nei confronti degli amici, più mite di Annibale con i nemici, egli li uguagliò tutti per intelligenza, ma li superò per sfortuna: [10] perseguitato dalla sorte più che dai suoi avversari diretti, fu pari a Metello per esperienza militare, a Pompeo per audacia, a Silla nel saper sfruttare il caso, ai Romani per potenza quando, esule, si contrappose loro, lui — straniero — al comando di orde di barbari.

[11] A Sertorio voglio paragonare, tra i Greci, Eumene di Cardia: entrambi abili nel comandare e subdoli in guerra, entrambi esuli dalla patria e a capo di popoli stranieri, andarono incontro, per volontà del fato, ad una morte violenta ed ingiusta; [12] entrambi caddero vittime di complotti orditi da chi aveva collaborato con loro per vincere il nemico.

[2, 1] Quinto Sertorio, discendente da illustre famiglia della sabina Norcia11, rimase ben presto orfano di padre. La madre si dedicò con tanta cura alla sua educazione che egli le rimase sempre legato da profondo affetto; il suo nome era Rea12. [2] Iniziò la carriera pronunciando orazioni giudiziarie e, sebbene ancor giovane, acquisì credito presso la cittadinanza grazie all’abilità retorica. Ben presto, dopo alcune imprese militari condotte brillantemente e con successo, le sue ambizioni si rivolsero altrove13.

[3, 1] All’epoca in cui la Gallia fu invasa dai Cimbri e dai Teutoni14, Sertorio fece il servizio militare al seguito di Cepione15. Sconfitti per la loro scarsa abilità16, i Romani



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.