YOUNGER by Pamela Redmond Satran

autore:Pamela Redmond Satran [Redmond Satran, Pamela]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858513774
Google: ZjgVCgAAQBAJ
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2015-07-07T12:56:54+00:00

12

Proposi a Maggie di restare a casa con lei quella sera, ma lei mi cacciò via, dicendo che era perfettamente in grado di gestire il suo ciclo da sola, e oltretutto voleva restare col suo cuore d’anatra. Se da un lato sarei stata contenta di passare la serata a consolarla, dall’altro morivo dalla voglia di rivedere Josh.

Durante la settimana eravamo usciti un paio di volte, ma stasera mi avrebbe preparato la cena. Mi aspettavo magari dei bratwurst e patatine fritte surgelate, oppure una bella pentola di chili: il genere di cose che faceva Gary le rare volte che cucinava. E visto che nonostante tutta la mia spesa, quella volta non ero riuscita a preparare niente di particolarmente elaborato per lui, non aveva grandi standard da superare.

Perciò fui sorpresa e colpita di trovarlo alle prese con una vera cena. Sul piano d’acciaio della cucina c’erano verdure ed erbe aromatiche esotiche, e sul fornello borbottava qualcosa con un profumo delizioso.

«Non credevo che sapessi cucinare» dissi, baciandolo sulle labbra. Chiaramente aveva assaggiato la sua opera: l’anteprima era squisita.

«Infatti non sono capace» disse. «Ho chiamato mia madre tipo dieci volte oggi.»

Sua madre. Dimenticavo sempre che la gente aveva delle madri... Voglio dire, gente con cui andavo a letto. Potevo solo sperare che fosse più vecchia di me.

«Allora, che si mangia?» chiesi.

«Una specie di insalata. Vediamo, gamberi con aglio e verdure. E poi questo risotto ai funghi che è la specialità di mia madre.»

Era anche una delle mie specialità.

«Che ne dici di un aperitivo?» proposi.

«Ho qualcosa di meglio» disse lui, portandosi due dita alle labbra con un piccolo rumore di risucchio. «Un po’ di...»

Non avevo idea di che cosa intendesse e doveva essere evidente dall’espressione sulla mia faccia.

«Un paio di trombette» chiarì lui. «Insomma, canne.»

E quando lo guardai ancora perplessa: «Marijuana».

«Aaaah» dissi, vedendo la luce. «No, grazie.»

Naturalmente avevo già fumato marijuana. All’incirca l’ultima volta che ero uscita con un ragazzo, venticinque anni fa.

«Oh, dai» disse lui. «Se non altro, la mia cena ti sembrerà migliore.»

Questo mi rese molto nervosa. Avevo ricordi piacevoli delle mie poche esperienze con la marijuana, ma avevo passato tanti anni a mettere in guardia Diana dai suoi pericoli che avevo cominciato a crederci anch’io. Fa male ai polmoni. Confonde i pensieri. E può portare a droghe pesanti. Alla fine della serata potevo perfino ritrovarmi sotto il ponte di Williamsburg a vendere il mio corpo per una dose di crack.

Ma quello che mi spaventava davvero era cosa avrei potuto dire a Josh sotto l’effetto dell’erba. Nei miei vaghi ricordi c’erano affermazioni di cui vergognarsi e risate pazzesche. Chissà cosa avrei potuto confessare, senza tutti i freni inibitori? Stavo per suggerirgli di preparare un bel Martini, quando lui accese lo spinello. Inspirò a fondo e me lo porse.

Più ancora della paura di finire a farmi di crack, poté la paura che Josh pensasse che ero una morta di sonno. Accettai la canna e inspirai appena, cercando di non mandar giù il fumo. Josh mi versò un bicchiere di vino bianco e io mi

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