BLOW. Come un ragazzo di una piccola città ha guadagnato 100 milioni di dollari con il cartello della cocaina di Medellin e poi perso tutto by Bruce Porter

BLOW. Come un ragazzo di una piccola città ha guadagnato 100 milioni di dollari con il cartello della cocaina di Medellin e poi perso tutto by Bruce Porter

autore:Bruce Porter [Porter, Bruce]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Officina di Hank
pubblicato: 2020-10-13T22:00:00+00:00


Otto

Norman Cay

1978

Ho detto: “Carlos, spero che non mi tradirai mai”.

Mi ha risposto che non avrebbe mai fatto una cosa del genere.

E si è quasi messo a piangere.

George Jung

Nella guida di viaggio delle Bahamas c’è un avviso di sicurezza per i proprietari di yacht che vogliono attraccare a Norman Cay per la notte: in certi mesi dell’anno, se si cala l’ancora nella grande laguna protetta a Nord dell’isola non è una buona idea fare una nuotata perché c’è il rischio di venire divorati dagli squali martello. Gli squali nascono proprio in quella laguna e tornano una volta all’anno per accoppiarsi e perpetrare la specie. Attirati da qualche caratteristica del quel luogo o più probabilmente, come credono gli scienziati, seguendo semplicemente una specie di bussola nel cervello che li guida verso le rocce dell’isola, lasciano la laguna da piccoli e quando ricompaiono sono lunghi tre metri, e in gruppi così numerosi che l’acqua diventa nera. A parte il dettaglio degli squali martello, Norman Cay è un paradiso in terra, esattamente come le altre sette isole che compongono le Bahamas. Ha la forma di un amo da pesca gigante: la punta ricurva abbraccia la laguna degli squali e la parte dritta è una lunga spiaggia di un bianco abbagliante. L’isola fa parte dell’arcipelago di Exuma e si trova a un giorno di facile navigazione a Sudest di Nassau. Norman Cay è scarsamente popolata e il suo porto è famoso in tutte le Bahamas per offrire un rifugio sicuro in caso di tempeste tropicali. Subito al largo della costa c’è una barriera corallina di una ventina di chilometri, ricca di pesci tropicali e meravigliosa vegetazione sottomarina. Poco oltre la barriera c’è un tratto di mare profondo trecento metri, una delle zone più pescose dai Caraibi.

Negli anni ’60, sperando di sfruttare il potenziale turistico dell’isola, un imprenditore dell’Ohio aveva iniziato a costruire un piccolo albergo e un ristorante, insieme a una pista d’atterraggio e a una Marina con i moli a L. Tutte attività che dopo la dichiarazione di indipendenza delle Bahamas dalla Gran Bretagna avevano iniziato a languire: gli investitori non se la sentivano di scommettere sulla stabilità politica del nuovo governo non bianco. L’isola a quel punto era stata venduta a un gruppo di uomini d’affari newyorkesi e canadesi, che alla fine degli anni ’70 erano ancora in attesa degli investimenti.

Oltre agli squali, Norman Cay negli anni aveva ospitato animali marini di altra natura, chiamati contrabbandieri e pirati. L’isola si chiamava proprio come un pirata inglese e nel Diciassettesimo secolo era stata usata come base per le razzie da Barbanera e Henry Morgan. Negli anni ’20 invece era il deposito preferito dei contrabbandieri di rum nella tratta tra le Indie Occidentali e la costa della Florida, distante poco più di 300 chilometri, un’oretta di volo. Sull’isola non c’erano forze di polizia di alcun genere. Di notte, se c’era cattivo tempo, gli aerei riuscivano a identificare la pista di atterraggio di Norman Cay allacciandosi alle potenti frequenze radio dell’aeroporto internazionale di Nassau, che distava appena venti minuti.



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