Ghinelli Lorenza - 2013 - Con i tuoi occhi by Ghinelli Lorenza

Ghinelli Lorenza - 2013 - Con i tuoi occhi by Ghinelli Lorenza

autore:Ghinelli Lorenza [Ghinelli Lorenza]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Contemporary Women, General
ISBN: 9788854159051
Google: bUm9AAAAQBAJ
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2013-09-25T22:00:00+00:00


Cenere

(anno 1995 – si svolta)

Paragonata alle sue compagne di scuola sembrava più piccola dei suoi dodici anni. E se il ciclo mestruale la decretava già donna, il divario esteriore tra lei e il mondo risultava incolmabile. L’abbigliamento, poi, era terreno di scontro aperto; le tute, che Irma si ostinava a indossare e dentro le quali nuotava, torturavano il buon gusto di sua madre generando conflitti che si risolvevano ogni volta con un: fai come ti pare, tanto a scuola ci devi andare tu. Se alcune sue compagne già sperimentavano i primi baci e le prime uscite in coppia, Irma nutriva per il sesso un terrore puro. Lei, a differenza loro, sapeva esattamente cosa le avrebbe attese. Fabio, un ragazzino della sua classe, pareva guardarla con simpatia e una punta di ostinata insistenza. Irma ritenne giunto il momento di indossare occhiali e apparecchio. Funzionarono da deterrente e tirò il fiato.

Senza prenderne coscienza, aveva scelto di congelarsi, abdicare alla sua crescita e uscire dai giochi. Almeno fino al giorno in cui il compagno di classe più carino, e dagli occhi così vacui da sembrare profondi, non decise di indire un concorso: vota la tipa più figa della classe. I fogli a quadrettini strappati senza grazia presero a girare vorticosamente sui banchi, di mano sudata in mano sudata, in una girandola impazzita di ormoni. In quel mulinello di testosterone, i bambini presero a guardare le proprie compagne come croccantini di pollo sui banchi del mercato. Altri, con l’ormone ancora in incubazione, studiarono le facce dei compagni più svegli, e secondo la legge di Bandura presero a imitarle con risultati grotteschi. Era un gioco semplice da imparare, più facile di tutti i giochi di squadra, di quelli in scatola e delle equazioni. Bastava valutare la grandezza delle tette: più grandi, più punti. A quelle non doveva corrispondere la grandezza del girovita. Il girovita largo non andava bene. Non sapevano esattamente perché, ma era evidente. Bastava accendere la TV, o sfogliare una rivista qualsiasi. Meglio poi se oltre alle tette avevano in dotazione una chioma fluente, liscia, magari bionda, anche mora andava bene purché si evitassero le vie di mezzo. Banditi gli occhiali, l’apparecchio, le tute e un’eccessiva introversione. Per non parlare poi di un groviglio di capelli ricci e rossi. Decisamente meglio le magliettine aderenti, magari scollate, orecchini e orpelli vari e sorrisi accondiscendenti. Particolarmente gradite risultavano le ragazzine che riuscivano a indignarsi per finta togliendosi le zampe dei compagni di dosso, per poi incitarli a ricominciare. Le ragazzine capaci di ridere a qualsiasi battuta erano considerate super. Quelle che se la tiravano perché uscivano già con quelli più grandi erano da inserire nella categoria: “da sturbo”, destinate a essere sognate a occhi aperti e a mano lesta.

Irma arrivò penultima. Dopo di lei c’era Graziella, orba e con una fiatella capace di fare correre Lazzaro anche senza lo zampino di Gesù.

Praticamente, Irma era arrivata ultima. La cosa non sembrò urtarla, ormai era abile a farsi scivolare di dosso qualsiasi slavina in corsa. Quella stessa



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