Grazia Deledda - Fior Di Sardegna by AN

Grazia Deledda - Fior Di Sardegna by AN

autore:AN [AN]
La lingua: eng
Format: epub
Tags: Letteratura Italiana
pubblicato: 2014-11-14T09:47:14+00:00


volse la testa e la guardò con un lieve sorriso sulla stupenda bocca rossa ombreggiata d'oro dai

baffettini biondi. Lara arrossì e provò tale un istante di gioia, di voluttà che le ricompensò interi mesi di dolore.

Massimo l'aveva guardata! Massimo le aveva sorriso! Da quel momento il destino dei due

giovani fu deciso, da quella momento il cuore di Lara fu tutto del biondo e affascinante nemico.

Dopo quel momento la figlia di don Salvatore sentì la sua anima cambiarsi completamente;

sulle prime fu una gioia pazza, febbrile, una misteriosa felicità che la faceva sorridere al ricordo dei tristi tempi passati, che la faceva chiedersi come mai aveva potuto amare o almeno pensare a

Nunzio, a quello strano essere pallido e malata dagli occhi riflettenti la tristezza e la morte;

mentre esistevano al mondo rosei e forti giovani biondi che realizzavano la larva dei suoi

castelli neri, dagli occhi il cui smalto scintillante narrava tutte le voluttà della vita! Poi l'assalse una cupa tristezza; una tristezza nervosa, senza lagrime, senza singulti, tutta diversa da quella

che lasciava per sempre; non era causata dal ricordo dell'odio di famiglia, nè dal pensiero della

povertà di Massimo, ma da un una voce segreta che le diceva: perchè pensi a lui, se lui non

penserà a te?… Che importava quello sguardo e quel sorriso? Forse erasi ingannata, anzi era

certa dell'illusione. Massimo non poteva averle sorriso; era assurdo, impossibile, impossibile!…

E intanto quel sorriso le tremolava sempre davanti agli occhi; lo vedeva fra gli splendori del

cielo, nel biondo tremolìo delle foglie degli elci, tra il profumo e la penombra dell'altare; lo

"sentiva" nel susurro notturno dei boschi, nel trillo delle allodole e dei grilli, nel mormorìo del torrente lontano, ed esso le dava una smania, una tristezza ardente e dei pensieri mai più venuti

nella sua mente fantastica e appassionata.

Oh, il nemico! il terribile nemico!…

Venne così la domenica, la festa solenne. Non starò a descrivervi questa festa, nè i costumi, ne

le bellezze che vi affluiscono da tutti i villaggi circonvicini. La folla era enorme; ad ogni albero stava legato un cavallo, gli organini strillavano sotto il bosco chiamando le ragazze al ballo;

all'ombra si erano improvvisate, quasi per miracolo della Madonna, tante botteghe, spacci di

dolci, di stoffe, di gingilli, di frutta.

Un "negoziante" appese ad un albero la mercanzia di acciaio, sproni, freni, catenelle, e avuto così un magnifico successo, fu in breve imitato da tutti gli altri; verso sera tutti quegli alberi

parevano tanti alberi di Natale. E il sole splendeva scintillando sul bosco, e il cielo azzurro,

immobile, pareva attonito nel vedere tanta vita e tante stranezze là, nel regno della solitudine e

dei vinti.

Fu quella sera che Massimo Massari eseguì la burla promessa un mese prima a Marco

Ferragna.



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