I complici by Unknown

I complici by Unknown

autore:Unknown
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: EPUB9788845972966-67020
editore: Adelphi


5

Quando entrò al caffè Riche, alle sette, sembrava quasi che la folla avesse esaurito le sue riserve di commozione. Dopo solo ventiquattr’ore di un quasi continuo struggimento, e soprattutto dopo la solennità della cerimonia alla stazione, la gente, sfinita, con la testa vuota, aveva fretta di tornarsene a casa per ritrovare le piccole seccature quotidiane.

Le strade e la piazza del municipio, dove avevano già tolto gli arredi funebri, erano quasi vuote. Non più di cinque o sei persone erano ancora ferme davanti alla sede del giornale per leggere l’ultimo bollettino medico di Lucienne Gorre, che restava soddisfacente.

Nel caffè, quasi tutti i clienti abituali sedevano al loro posto, ancora incerti sul da farsi, ma già Théo, il cameriere, stava portando con fare deciso il panno verde e le carte, come a sottolineare la ripresa della vita normale.

Anche sul primo tavolo era stato steso il panno verde e si aspettava solo Lambert per fare il quarto a bridge. C’era Lescure, con Nédelec, il mercante di granaglie, e Capel, il professore di storia.

«Ci sei andato?» domandò Lescure quando Lambert prese posto sul divanetto.

Solo loro due si davano del tu, perché erano stati compagni di liceo.

«No».

«Neanch’io. Pare che, per una volta, l’amministrazione comunale abbia fatto le cose come si deve».

Non si vedeva ancora Weisberg, meno assiduo degli altri. Capitava che arrivasse solo per una mano verso la fine, quando uno dei giocatori doveva andar via.

«Allora, giochiamo?».

Tirarono a sorte. Capel era il tipo di giocatore che, con le carte in mano, non pensa a nient’altro e si irrita per qualsiasi interruzione. Scapolo, viveva in una pensione a gestione familiare e si lamentava continuamente del cibo.

«Suppongo» osservò Nédelec «che per qualche giorno non potremo contare sul nostro amico Benezech».

«Specie adesso che è arrivato il giovane Chevalier!» disse Lescure mescolando le carte.

Le lampade erano accese. Al tavolo di fronte, quello del macellaio, i giocatori di belote c’erano tutti, con in più, come sempre, alcuni spettatori.

«Ma certo voi non sapete chi è Chevalier. Bisogna essere nel ramo assicurazioni per conoscerlo, perché i giornali non parlano granché di lui».

«Che cosa fa?».

«È una specie di super poliziotto che si è diplomato a quindici anni e poi ha frequentato quasi tutte le grandi scuole a livello universitario. Lavora come ispettore presso la compagnia che ha assicurato il pullman. L’ho intravisto poco fa mentre entrava all’Hôtel de France, e probabilmente tutti lo scambiano per uno studente, anche se deve aver superato la trentina.

«Non andrà a trovare Benezech, ma lui sa sicuramente che è qui. Come regola, Chevalier non si mette mai in contatto con le autorità ufficiali, né si incontra con gli esperti; conduce l’inchiesta a modo suo, da solo, che si tratti di un furto di gioielli, di un suicidio poco chiaro o di un incidente come quello di ieri. Non gli importa se deve metterci settimane o mesi, e anche alla compagnia importa poco».

«Fiori».

«Passo».

«Picche».

«Passo».

«Due cuori».

«Passo».

«Tre senza atout».

Capel li giocava, Lescure faceva il morto e riprendeva il discorso:

«Stamattina ho ricevuto una telefonata dalla mia direzione di Parigi. Sono spaventatissimi, e li capisco.



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