Il figlio della tempesta by Marco Buticchi

autore:Marco Buticchi [Buticchi, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Longanesi
pubblicato: 2024-09-09T22:00:00+00:00

Rientrati alla fattoria, Oswald ebbe solo il tempo di fare una doccia: Bernstein aveva chiesto un incontro per mettere il gruppo al corrente dei risultati delle sue ricerche.

Breil e Toba si erano uniti a Sara, Bernstein e Leivi nella cucina della fattoria, diventata di fatto la sala riunioni. Tutti mostravano in volto i segni delle fatiche patite. «Nei momenti difficili, come durante una guerra», esordì Bernstein, «la catena di comando delle forze armate israeliane diventa più semplice per le operazioni militari correnti. È sufficiente, per esempio, un capopattuglia per ordinare ai suoi di rispondere al fuoco. La cosa si complica per quelle più complesse, che possono coinvolgere civili o utilizzare armi di particolare potenza. Per garantire l’anonimato a chi ha ordinato le azioni militari ’scomode’, viene utilizzato un codice che viene sostituito ogni settimana. Al posto dei telefoni rossi da guerra fredda, e voi che avete diretto l’Istituto lo sapete bene, esiste una serie di sbarramenti elettronici che vanno superati fornendo le password opportune per giungere all’ordine finale. Le password sono sempre accompagnate dal codice univoco personale. Non è stato facile risalire all’identità, ma sapete a chi era abbinato il codice di riconoscimento quando è stato impartito l’ordine di lanciare un missile sulla casa di Issawi, dopo che noi l’avevamo individuata?»

Bernstein fece silenzio – una delle sue pause a effetto –, scrutò le espressioni del gruppo e riprese: «Avraham Tal, il capo di Stato maggiore della Difesa».

«Quello stesso che, per dare retta a una soffiata, ha trasferito le truppe schierate nella striscia Gaza in Cisgiordania?» chiese Oswald.

«Non solo», riprese Bernstein. «Sapete chi si cela dietro all’attacco all’ambulanza che trasportava Roxie e i suoi ragazzi e chi ha ordinato l’attacco con i droni al retro della macelleria di Beit Hanun?»

«Mi lasci indovinare, Bernstein», disse Oswald. «Avraham Tal! Io non lo conosco. Credo che ai miei tempi non rivestisse ancora cariche di rilievo. Tu, Yossi?»

«Anche io non ne so molto. È salito alla ribalta dopo l’inizio delle ostilità del 7 ottobre. È un militare tutto d’un pezzo con idee di estrema destra e con qualche macchia nel curriculum dovuta alle sue posizioni intransigenti. Ma, nonostante le note di demerito dei superiori, è stato ’ripescato’: è una creatura del premier Aserovich. Lui lo ha voluto a capo dell’esercito, sbaragliando concorrenti ben più qualificati e dopo la beffa dell’attacco in massa di Hamas.»

«Non mi pare abbia molti meriti il nostro generale Tal», sentenziò Oswald.

«Tutta questa vicenda ha qualcosa di paradossale, Oswald. A partire dal comportamento delle IDF e dei nostri servizi d’intelligence», disse Sara.

«Intendi la nostra incursione nella striscia?» chiese Breil.

«Non solo. Un attacco in massa con ogni mezzo che proviene da una delle zone più sorvegliate del pianeta. E nessuno sa nulla. Neppure il Mossad. Il primo ministro Aserovich, che in politica è stato uno dei tuoi più violenti oppositori, viene a cercare proprio te per risolvere una questione talmente spinosa che pregiudica la pace nel mondo. Il premier tiene sotto controllo ogni nostra mossa, intercetta ogni parola e non si fa scrupoli a ridurre in macerie ogni nostro passo avanti nelle indagini.

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