Il giardino delle buone intenzioni by Sara Nisha Adams

Il giardino delle buone intenzioni by Sara Nisha Adams

autore:Sara Nisha Adams [Adams, Sara Nisha]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2024-09-22T22:00:00+00:00


20.

MAYA

Dicembre 1985

Din don.

«Mamma!» Hiral arrivò di corsa dalla sua cameretta. A dieci anni sembrava una signorina più che una bambina, ed era la padrona indiscussa di casa.

«Sì, beta», rispose Prem.

«Papà! Tu non sei la mamma», cinguettò Hiral.

«Scusa, beta», Maya si tirò su la trapunta fino al mento, respirando forte.

«Chi ca…» Hiral si fermò di botto e i suoi genitori aspettarono che sostituisse la parolaccia che aveva imparato da Alma. «Chi diavolo sta suonando il campanello?»

Din don, il campanello suonò di nuovo, proprio al momento giusto.

«Non è il nostro campanello, beti», gracchiò Prem. «È quello della zia Alma.»

«La zia Alma ha ospiti? La vigilia di Natale?» ribatterono all’unisono Hiral e Maya. Maya guardò l’orologio da carrozza in ottone che ticchettava forte sul suo comodino: era stato il premio di una lotteria di beneficenza che Erol aveva organizzato all’emporio un anno prima ed era andato a sostituire quello con le lancette fosforescenti che avevano comprato all’inizio. In realtà era stata Alma a vincerlo, ma l’aveva detestato sin dall’inizio: «Che orrore, sembra una cosa adatta a mia nonna», aveva detto, e l’aveva infilato nella borsa di Maya per non offendere Erol.

Erano le dieci meno venti del mattino. Alma odiava che la gente suonasse il campanello prima delle undici. «È incivile», diceva sempre. «Prima delle undici sono in vestaglia. E nessuno vuole vedermi con le tette di fuori.» Maya, in tutti gli anni che aveva vissuto accanto ad Alma, dubitava che Alma possedesse una vestaglia.

Maya aprì la finestra sul davanti, facendo entrare una folata di aria invernale. Prem rabbrividì. «Chiudi quella finestra, Maya! Sei impazzita?!» Si nascose con la testa sotto la trapunta, con il libro e tutto il resto.

«Scusa!» rispose lei sporgendosi dal davanzale. Per strada, c’erano decorazioni variopinte e alberi di Natale alle finestre, luci natalizie colorate con corone di plastica a forma di fiore, rosse, blu, verdi, arancioni e rosa lampeggianti alle finestre dei vicini, pupazzi di plastica di Babbo Natale dall’aspetto allegro appoggiati alle porte di casa e un cartello piantato in un’aiuola con la scritta BABBO NATALE, FERMATI QUI!

Il cielo era cupo, coperto, l’aria frizzante e fredda, ma la strada portava con sé il proprio calore, la propria allegria festiva.

Maya guardò giù, verso la porta di Alma, e vide Ade e Yusuf, ormai ventenni, con le braccia cariche di vecchie confezioni di gelato al posto dei Tupperware e di pirofile in pirex con motivi floreali ricoperti di carta stagnola.

«Ragazzi!» li chiamò Maya, e loro guardarono in su. «Che bello vedervi!»

«Ciao, zia Maya!» Sorrisero e fecero spallucce invece di salutare, con le mani troppo occupate. «Vi volevamo portare delle cose rigorosamente non natalizie… pensavamo di lasciarle ad Alma, ma… è un po’ troppo presto per lei, vero?» disse Yusuf, indicando la porta, ancora ben chiusa. «Non sono neanche le undici…»

«Forse un po’…»

La porta di Alma finalmente si spalancò scricchiolando. «Buona vigilia di Natale!» Le voci squillanti di Ade e Yusuf si unirono in coro, seguite dal tipico mugugno di Alma.

«Cosa pensate di fare?» scattò Alma, come sempre scortese di fronte alle manifestazioni d’affetto.



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