Il grande bluff by Maria Konnikova

Il grande bluff by Maria Konnikova

autore:Maria Konnikova [Konnikova, Maria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2021-10-09T14:49:57+00:00


Il giocatore d’azzardo e il nerd

Monte Carlo, aprile del 2017

«Devo rendere omaggio a quella signora potente ma capricciosa, la Fortuna, che ha scelto di conferire la sua benevolenza alla mia vita privata anche se ho trascorso molta della mia vita matematica cercando di dimostrare che lei in realtà non esiste».

Mark Kac, Gli enigmi del caso, 1985

Sono James Bond. Volerò in elicottero da Nizza a Monte Carlo: Konnikova, Maria Konnikova. Non suona allo stesso modo, ma me ne farò una ragione. D’altro canto, James Bond non ne sarebbe terrorizzato. Io, invece, sto già pensano al mio necrologio. Dopotutto, gli elicotteri si schiantano con dei numeri allarmanti: 3.19 incidenti ogni centomila ore di volo; sono arrivata sul sito web di faa qualche settimana prima del mio viaggio, scrivendo su Google la frase che ogni persona normale cercherebbe prima di volare: «tasso di incidenti in elicottero». È tanto? Poco? Non so, ma non ho voglia di scoprirlo. Per i miei gusti, 3.19 è comunque troppo. Che razza di sadico ha inventato gli elicotteri? Con quelle lame taglienti, tanto veloci da poterti decapitare in un millisecondo.

Ho trascorso l’ultima ora del mio volo notturno da New York provando a raggiungere uno stato zen. Sarà il mio ingresso trionfale. Il mio debutto sulla scena del poker, quella vera. Almeno così mi dico. Monte Carlo è la serie A. Finora era solo un’esercitazione. I tornei giornalieri a Las Vegas, le visite al Foxwoods e al Maryland Live!: locali di piccole dimensioni. Monte Carlo: campionato internazionale. Non mi farò terrorizzare. Purtroppo però, la mia calma interiore è già stata cancellata dalle ore infinite che ho passato all’aeroporto di Nizza dopo essere atterrata. Una volta trovato il banco informazioni, mi dicono che le condizioni meteo fuori Nizza sono al momento troppo rischiose e che tutti i voli Monacair sono temporaneamente fermi. Avrei preso volentieri anche un’auto ma no, no, insistono che salire su un elicottero vale l’attesa.

Buone notizie! Un assistente di volo viene velocemente nella mia direzione e mi dice che c’è stato un «bref éclaircissement des nuages» e mi indica di seguirlo, «vite, vite, s’il vous plaît», dobbiamo fare in fretta e approfittare delle schiarite. Altrimenti perderemo il momento. Gli corro dietro, bagagli al seguito, con il terrore nel cuore. Cosa accadrà se non faremo abbastanza in fretta? Non sono pronta per calarmi nella parte di James Bond visto che la mia coordinazione mano-occhio è decisamente meno sviluppata della sua.

Il terrore presto diventa meraviglia quando il cielo si schiarisce e vedo il blu perfetto del Mediterraneo, circondato da colline dai colori abbaglianti: ocra, giallo brillante, verde profondo. La scogliera frastagliata scompare tra le onde. È tutto meraviglioso e mi dimentico per un momento la fine imminente. Immagino come mi vedranno gli altri, capelli scompigliati dal vento, sguardo calmo, pronta a dimostrare grandi cose. Sorrido soddisfatta. James Bond. (A dire il vero, quando in seguito guarderò una foto che mi hanno scattato, l’effetto del jet-lag mi ha fatto assomigliare più ad Austin Power.) Atterriamo. Sono sopravvissuta, e Monte Carlo è tutta per me.



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