Il Tesoro Di Gengis Khan by Clive Cussler && Dirk Cussler

autore:Clive Cussler && Dirk Cussler
La lingua: it
Format: mobi
Tags: Action & Adventure
editore: 2006

22

Il vento si era temporaneamente calmato, costringendo Pitt e Giordino a restare nascosti nell'ingresso. Pitt sollevò lo sguardo ammirato verso l'alta volta ad arco che conduceva alla stanza principale della costruzione in pietra. Per quanto sembrasse antico, l'edificio era stato evidentemente ricostruito o restaurato, come dimostrava lo strato di malta, liscio e compatto, fra una pietra e l'altra. Vista la posizione centrale rispetto al piazzale, Pitt si rese conto che la tenuta era stata con ogni probabilità costruita intorno al piccolo edificio di pietra.

«Un tempio buddista?» buttò là Giordino, avendo notato la luce tremolante delle candele lungo il corridoio.

«Molto probabile», rispose Pitt, consapevole che il buddismo era la religione predominante in Mongolia. Cedendo alla curiosità in attesa che il vento riprendesse vigore, i due avanzarono in silenzio lungo l'ampio passaggio verso la sala principale.

Allo scintillio di decine di torce e candele accese, scoprirono con sorpresa che si trattava non di un tempio, bensì di un mausoleo. Benché all'altra estremità del locale vi fosse un minuscolo altare in legno, entrambi i lati erano occupati da un paio di grossi sarcofaghi di marmo. Le tombe in candido marmo avevano un aspetto moderno, il che faceva pensare che gli occupanti fossero stati sepolti negli ultimi venti o trent'anni. Per quanto Pitt non fosse in grado di decifrare le scritte in cirillico incise sulle lastre di copertura, basandosi sulla biografia del petroliere fornitagli da Corsov immaginò che si trattasse delle tombe dei genitori di Borjin.

Non aveva la minima idea, in compenso, di chi potesse giacere al centro della cripta dove, su un lucido piedistallo di marmo, spiccava un sarcofago in granito scolpito dall'aria assai più antica. Sebbene non fosse di dimensioni enormi, la tomba era decorata sul coperchio e i lati da incisioni di cavalli e animali selvaggi coperte da uno strato di pittura; le immagini spiccavano nitide, ma la pittura era corrosa dal tempo. Sul davanti della tomba, nove aste salivano verso il soffitto, e da ognuna pendeva un ciuffo di pelo bianco come quelli che aveva notato all'ingresso della residenza.

«Hanno organizzato una festa coi fiocchi per accompagnare qualcuno nell'aldilà», commentò Giordino mentre contemplava il sarcofago.

«L'illustre signor Borjin deve avere sangue blu nelle vene», rincarò Pitt.

Guardando oltre la tomba, Giordino scorse qualcosa ai piedi dell'altare. «Si direbbe che abbiano bisogno di un'altra tomba.»

Passato inosservato al loro ingresso nel locale, il corpo che entrambi stavano ora fissando era allungato su una panca sotto l'altare. Non appena si furono avvicinati, rimasero sconvolti nel riconoscere il cadavere. Era Roy, semiavvolto in un telo leggero, con l'asta della freccia che ancora sporgeva dal torace.

«Theresa e Wofford sono qui», mormorò Giordino.

«Speriamo che non abbiano subito la stessa sorte», disse piano Pitt, sollevando il telo a coprire il viso di Roy. Mentre si chiedeva se fossero arrivati troppo tardi, l'immobilità della stanza venne d'un tratto infranta dal tonfo sempre più forte di stivali contro il pavimento di pietra. Un istante più tardi, i due sorveglianti che Pitt aveva scorto sull'altro lato del piazzale entrarono a passo di carica nel mausoleo.

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