La grande avventura di Radio Montecarlo by Enzo Mauri

La grande avventura di Radio Montecarlo by Enzo Mauri

autore:Enzo Mauri [Mauri, Enzo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Graphofeel
pubblicato: 2024-07-08T22:00:00+00:00


Gabriella Giordano

Pierre Dominique Pennacchioli

Negli anni Settanta Pierdomenico Pennacchioli divenne la figura preposta alla programmazione di Radio Monte Carlo con compiti direttivi. Nato in terra umbra, trasferitosi nel Principato da giovane, quando il padre invitato da un amico andò a lavorare in una fiorente azienda del posto il nome fu francesizzato in Pierre Dominique.

Mi ero appena laureato in Lettere moderne e contemporanee, incluso un diploma in filologia e stavo aspettando una risposta dall’Università per Stranieri di Perugia per sostenere l’abilitazione. Fu in quei giorni che lo zio di un mio amico, un poliziotto in pensione che aveva trovato occupazione a Radio Montecarlo, mi disse che si era liberato un posto che sembrava adatto a me, quindi mi combinò un appuntamento con Noel Coutisson, direttore dei programmi considerato un capoccione alla pari di Jaques Antoine che gestiva Tele Monte Carlo. I due stavano lanciando un grande concorso: il Referendum della Popolarità. Gli ascoltatori, attraverso una cartolina indicavano le loro preferenze rispetto a cantanti, atleti e personaggi della società civile. Il mio ruolo era stilare e aggiornare le classifiche per ogni categoria, oltre a redigere statistiche relative alle zone di ascolto, un lavoro enorme perché ricevevamo circa diecimila cartoline al giorno e il lunedì, dopo la sosta della domenica, ventimila. Quell’attività così pesante quasi da subito cominciò a intrigarmi. Curavo i dettagli, annotavo tutto su dei registri che facevano l’orgoglio di Coutisson tanto da custodirli in un cassetto chiuso a chiave nel timore che gli animatori andassero a sbirciare, curiosi com’erano di sapere come stesse andando il sondaggio. Il primo classificato tra gli atleti fu Gigi Riva; Mina tra i cantanti e attori. Tra i personaggi in genere con mia grande sorpresa primeggiò il Papa, che nei miei conteggi staccava di gran lunga Fidel Castro, Che Guevara, Jurij Gagarin e, soprattutto, il cardiochirurgo Christiaan Barnard. Solo in seguito, dopo che Coutisson andò a consegnare personalmente il trofeo al Santo Padre, lo stesso mi confessò di aver organizzato quel concorso soprattutto perché da sempre il suo sogno più ambito era quello di essere ricevuto in Vaticano in udienza privata e in pompa magna. Al ritorno da Roma, Coutisson mi ricevette nel suo ufficio e mi chiese se fossi disposto a lavorare per lui. Io giovanissimo ovviamente dissi di sì, così lui mi concesse un periodo di ferie, staccò un bell’assegno e mi domandò dove avessi intenzione di andare a spendere quei soldi. Ero talmente emozionato che pronunciai il primo nome che mi venne in mente: il Portogallo, non chiedetemi perché. Al mio ritorno arrivò questo benedetto primo incarico alla radio. Noel Coutisson mi chiese di catalogare e mettere in ordine gli oltre diecimila dischi disseminati nel suo appartamento, sostenendo che tra una tirata di pipa e l’altra mi sarei fatto una cultura tra cantanti e complessi. Fu proprio alla fine del mio lavoro che François, il decano dei programmatori musicali, si ammalò; allora Coutisson mi chiese di prenderne il posto. Il grande capo esigeva che un programma musicale fosso soprattutto tosto. E se non



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