La terra della mia anima by Masimo Carlotto

autore:Masimo Carlotto [Carlotto, Masimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Emmebooks
pubblicato: 2012-11-30T16:00:00+00:00

Tornai a Venezia con la consapevolezza di dover presto affrontare delle scelte. Il contrabbando di mare mi aveva reso diverso, infinitamente egoista. Ero diventato ricco al punto che avrei potuto consentire a Sonia di vendere la fiaschetteria e vivere da gran signora. Ma ancora non le avevo detto nulla per il timore che l'assenza di un'occupazione quotidiana la spingesse a raggiungermi. E in quel piccolo appartamento di Venezia mi piaceva stare da solo. Non avevo mai invitato nessuno, nemmeno a bere un bicchiere di vino. Ci andavo solo per dormire, e quando il cattivo tempo o la finanza mi tenevano lontano dal mare, cucinavo e ascoltavo i dischi di Ricky Gianco.

Fu l'ennesimo inseguimento dei finanzieri a farmi trovare una soluzione temporanea per i miei problemi familiari. Avevamo caricato sul San Marco e il Sea Star le casse di sigarette al largo della Iugoslavia e stavamo tornando verso Lignano a velocità ridotta a causa della nebbia. A un certo punto ricevemmo una chiamata via radio. Un nostro uomo di Trieste ci avvertì che "la mamma era fuori". "Mamma" era il soprannome che avevamo dato alla vedetta litoranea della guardia di finanza. Una grossa imbarcazione costruita dai cantieri navali Baglietto con sette uomini di equipaggio, veloce, munita di tutte le apparecchiature più sofisticate per la lotta al contrabbando e, a prua, di una mitragliera di grosso calibro. Sapevamo che di solito partiva da Trieste, arrivava a Venezia e tornava indietro, ma la rotta cambiava spesso. Sui nostri radar apparivano molte navi e non potevamo sapere quale fosse quella della finanza. A tre miglia dalla costa sui monitor apparve il segnale di un'imbarcazione che procedeva alle nostre spalle. Spegnemmo luci di posizione e motori per tentare di individuare la nave sospetta; se si fosse trattato della vedetta litoranea l'avremmo riconosciuta. Intorno a noi c'era solo nebbia e un silenzio inquietante. I radar la rilevavano molto vicina, evidentemente ci aveva imitato spegnendo luci e motori.

«È la finanza» dissi. «Andiamocene via».

Non feci in tempo a terminare la frase che la nebbia venne attraversata da un faro potente e il silenzio venne squarciato dal boato dei motori della vedetta che si rimettevano in moto.

Accesi i motori, accelerando al massimo. A bordo avevo ottanta casse, ma il San Marco schizzò via come se fosse vuoto. Un motore del Sea Star si ingolfò e si spense. Il motoscafo, sbilanciato, iniziò a procedere a zig zag permettendo alla vedetta di guadagnare terreno. Accesi il faro per capire cosa stava succedendo e vidi un paio di finanzieri che lanciavano cime con rampini per cercare di agganciarlo. I due contrabbandieri iniziarono a lanciare in mare le casse per alleggerire il Sea Star, ma con un motore solo non avevano nessuna possibilità di fuga.

«Dobbiamo aiutarli» gridai al mio socio.

«E come? Non vedi che sono fregati?»

«Speroniamo la vedetta a poppa, forse riusciamo a mettergli fuori uso l'elica».

«Così ci fai affondare. Lascia stare, andiamo via».

Non lo ascoltai e mi portai alle spalle della finanza, feci rombare i motori per avvertirli delle mie intenzioni e poi mi lanciai a tutta velocità contro la vedetta.

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