Love match by Paola Gianinetto

Love match by Paola Gianinetto

autore:Paola Gianinetto [Gianinetto, Paola]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2020-09-07T22:00:00+00:00


24

Nina

STO sognando di essere in mezzo alla neve, in una immensa distesa candida di cui non si vede la fine. Anche nel sogno mi rendo conto di quanto sia assurdo, dal momento che la neve non l’ho mai nemmeno vista dal vivo, solo in televisione e nei film. Le sensazioni però sono molto reali: lo scricchiolio ovattato degli stivali che affondano nel manto bianchissimo, la fredda purezza dell’aria che ha un profumo sconosciuto eppure familiare.

Davanti a me c’è una piccola collina con in cima tre alberi e, tra gli alberi, un enorme lupo bianco. Ha un occhio azzurro e l’altro marrone dorato e mi fissa con un’intensità sconvolgente, che mi mozza il respiro. All’improvviso scopre i denti affilati in un ringhio minaccioso e poi scatta, lanciandosi su di me. Ma io non ho paura.

La belva mi raggiunge ed è così grande che quegli incredibili occhi sono alla stessa altezza dei miei. Il lupo china la testa e la strofina sul mio cuore, poi alza il muso verso il cielo ed emette un lungo, sinistro ululato che mi gela il sangue nelle vene…

«Cazzo!»

Quell’imprecazione soffocata mi sveglia di colpo e le prime due cose che registro sono un corpo duro premuto contro il mio e una grande mano abbandonata sul mio seno. La terza è il suono continuo e insistente di un telefono che vibra, da qualche parte. Imprecando di nuovo, Samuel sfila il braccio da sotto la mia testa e apro gli occhi in tempo per vedere la parte superiore del suo splendido corpo nudo che si sporge dalla sua parte del letto e afferra il cellulare come se volesse ridurlo in poltiglia.

«Pronto», ruggisce portandoselo all’orecchio e io, mentre torno bruscamente alla realtà, compatisco chiunque ci sia dall’altra parte. Samuel rimane in silenzio per circa un minuto, durante il quale la sua espressione diventa sempre più cupa.

«Merda!» esclama colpendo il materasso con un pugno micidiale, i lineamenti del viso alterati dalla rabbia. Io sobbalzo e per istinto mi allontano da lui, spostandomi il più possibile vicina al bordo del letto. Samuel se ne accorge e, quando mi lancia un breve sguardo, una scintilla di rimorso si accende nei suoi occhi.

«Non è possibile…» commenta incredulo al telefono, scuotendo la testa. «Non ci credo, cazzo.»

Qualunque cosa sia successa dev’essere molto grave, perché non l’ho mai visto così sconvolto. Non ci sono andata neanche vicina.

«Sì, Mister. Arrivo subito. La richiamo quando sono in macchina.»

Mister? Sta parlando con Sergio Moretti? Cosa può avergli detto l’allenatore dell’Olimpico per farlo incazzare fino a quel punto?

Samuel riappoggia il telefono sul comodino e si prende la testa tra le mani, inspirando profondamente. Sembra davvero distrutto e io vorrei tanto poter fare qualcosa per aiutarlo, ma non oso nemmeno chiedergli che succede. Poi lui alza la testa e mi guarda.

«Mi dispiace, Nina.» Si vede che cerca di controllarsi, di rendere la sua voce paziente e gentile, ma la collera che gli vibra sottopelle è così evidente che il suo corpo sembra attraversato dalla corrente elettrica. «È successa una cosa e io…»

«Non preoccuparti», mi affretto a tranquillizzarlo.



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