NN 268 - Una Voce Lontana - Taichi Yamada by Taichi Yamada

NN 268 - Una Voce Lontana - Taichi Yamada by Taichi Yamada

autore:Taichi Yamada [Yamada, Taichi]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


11

La mattina seguente Tsuneo arrivò in ufficio alle otto e quaranta.

Non sarebbe stato giusto prendere una giornata di riposo senza nemmeno chiedere, contando sul fatto che si sarebbe occupato di tutto il direttore generale. E poi non aveva bisogno di un giorno di riposo. D'altra parte, però, aveva reso la vita piuttosto difficile al signor Saito, quindi non poteva proprio fingere che fosse tutto a posto. Probabilmente è meglio dirgli che ero esausto e avevo i nervi a pezzi. Suppongo che oggi pomeriggio dovrò andare dal medico. È inevitabile. Ma non era disposto a fare altro, non a discapito del lavoro.

Quando entrò nella stanza, Sakuma e gli altri erano raccolti intorno a

Miyazaki e ridacchiavano.

«Cosa c'è di così divertente?» chiese sorridendo al gruppo mentre chiudeva la porta.

«Oh oh!» gridò Miyazaki. «Te lo si legge in faccia!»

«Di cosa stai parlando?»

«C'è stata la tua cerimonia di fidanzamento, no?»

Miyazaki aveva una bella faccia tosta a prendere in giro un suo superiore. Anche se erano entrati nell'Immigrazione lo stesso anno.

«Non sono affari tuoi», rispose, ma Sakuma e gli altri stavano facendo un tale baccano che la sua voce fu coperta: «Eh già!» «È vero, me n'ero scordato ! » «Congratulazioni ! »

«Vi vedo belli vivaci oggi», disse, cambiando discorso. «Che succede?»

«Chiedilo a Maeda», rispose Sakuma.

A quanto pareva, una filippina molto attraente era passata a ringraziare l'ispettore Maeda. Era stata fermata durante un raid, ma avevano scoperto che era stata vittima di una truffa e come studentessa aveva potuto prorogare il suo permesso di soggiorno.

«E l'ha baciato?»

«La gente non ama così tanto i funzionari dell'Immigrazione!» gridò Sakuma in tono allegro, imitando Maeda, che tendeva a essere terribilmente controllato. Lo stesso Maeda aggiunse: «Ben detto». In quel momento entrò il funzionario capo Honda, in leggero ritardo. Sembrò sorpreso di vedere Tsuneo.

Lavorarono fino alle dieci passate per organizzare un raid in un «bagno pubblico» di Taito. Al termine della riunione, Tsuneo fece un salto alla Divisione Affari Generali, solo per scoprire che il direttore generale Saito era andato al ministero della Giustizia.

Nel pomeriggio Tsuneo doveva uscire per un sopralluogo, quindi aveva sperato di vedere il signor Saito in mattinata per ringraziarlo e scusarsi di nuovo per il giorno precedente; ma, se il capo non era in ufficio, saltava tutto.

Stava per tornare al suo posto quando il signor Honda aprì la porta dell'ufficio del capo della Sicurezza e lo chiamò: «Ehi, Kasama!»

Ora che ci penso, ieri, quando il signor Saito mi ha consigliato di prendere qualche giorno di riposo, ha aggiunto che avrebbe informato il signor Honda. Dovevo andare subito da lui e garantirgli che era tutto a posto e che per questo sono venuto al lavoro.

Il capo della Sicurezza era fuori e il signor Honda era seduto in sala

d'aspetto. «Non dovevi stare a casa oggi?» chiese.

«Il direttore generale l'ha informata?» disse Tsuneo, accomodandosi sulla sedia indicata da Honda.

«Sì», rispose l'altro, distogliendo lo sguardo. «Mi ha chiamato ieri sera.»

«Non è niente, davvero. Sto bene.»

«Senza dubbio, ma dovresti comunque andare da un medico.»

«Sissignore.»

«È la malattia della modernità. Poteva capitare a chiunque.



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