Azzurro. Stralci di vita by Curzio Maltese

Azzurro. Stralci di vita by Curzio Maltese

autore:Curzio Maltese [Maltese, Curzio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-04-18T00:00:00+00:00


New York

Con Mani pulite ho smesso di scrivere di sport, a parte un’olimpiade in Corea, della quale mi ricordo soprattutto il puzzo di aglio sugli autobus e il magico silenzio della sala stampa dove per la prima volta erano arrivati i computer e a noi giornalisti sembrò per qualche minuto di non essere più in grado di fare il nostro mestiere senza il ticchettio imponente dei tasti delle macchine da scrivere. E poi i Mondiali di calcio in America nel ’94.

Avevo 35 anni ed era la prima volta che andavo oltreoceano. Atterro a New York e mi sembra da subito di essere a casa. È come me la immaginavo da ragazzo. Arrivato col taxi in albergo, il tempo di lasciare le valigie e cammino da Central Park alle Torri gemelle senza fermarmi. Un’ora e mezza di tragitto con sei ore di fuso orario sulle spalle. Magnifico. Una delle ragioni per cui a Manhattan ti senti a casa è che è difficile perdersi. Le vie sono una scacchiera numerata. Questo non vale per Downtown e per il parco, però. Una mattina mi inoltro a Central Park e mi accorgo che non riesco più a uscirne. Chiedo aiuto a una ragazza ma con il mio inglese sembra non capirmi. “Sorry, I try again.” Lei mi blocca e con qualche sillaba e molti segni mi spiega che è sordomuta. Mi dice di scrivere. Qui sono preparato. Faccio il giornalista, taccuino e penna ce li ho. Le scrivo l’indirizzo del ristorante dove devo andare. La ragazza sbarra gli occhi: “Le Cirque? Wow! Rich!”. In trasferta, in effetti, vivevi da ricco. Erano altri tempi per le redazioni dei giornali e per pagare meno tasse potevi fare note spese da nababbo. Si offre di accompagnarmi al luogo cult del cuoco italoamericano Sirio Maccioni. A quel punto non mi restava che invitarla a cena per la sua gentilezza, facendo così un gran figurone. Di quella sera, con le nostre poche parole dette e le molte scritte, ricordo le risate. Questa ragazza mi ha insegnato in un paio d’ore che si può essere felici anche senza parlare. Non avrei mai immaginato che, ventiquattro anni dopo, pensare a lei sarebbe stato di gran conforto.

Ho un giorno di pausa prima dell’inizio dei Mondiali e so come passarlo. Prendo un treno per Philadelphia, non perché mi interessi particolarmente la città ma solo per la colonna sonora di Bruce Springsteen.

At night I could hear the blood in my veins

Just as black and whispering as the rain

On the streets of Philadelphia.

Proprio come feci, quindicenne, quando scappai per un pomeriggio da casa per andare a Genova appena sentii alla radio Una giornata al mare di Paolo Conte.

Bene, ora si comincia. L’Italia debutta il 18 giugno perdendo subito uno a zero con l’Irlanda. Non posso non cogliere l’occasione e, uscito dallo stadio, mi fiondo nel primo pub verde che incontro per festeggiare con i fratelli di Saint Patrick. Siccome abbiamo perso, appena sentono che sono italiano, mi fanno una gran festa: “You gotta forget”. E passandomi una birra, “Drink!”.



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