I racconti dell'occultismo by Vasco Mariotti

I racconti dell'occultismo by Vasco Mariotti

autore:Vasco Mariotti [Mariotti, Vasco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: I racconti dell'occultismo;Vasco Mariotti;Cliquot
editore: Cliquot
pubblicato: 2017-12-31T22:00:00+00:00


Capitolo VII

Jola Wicklam attese ancora un po’ nella camera nella vana lusinga di veder tornare da un momento all’altro il suo Tom. Ma il tempo passò senza che il marito si facesse vivo. La cosa cominciava a farsi seria davvero! La giovane donna non toccò nulla di quanto aveva recato Emmy. La languidezza del suo stomaco si confondeva con l’agitazione e l’ansia dell’attesa inutile. Alle otto, quando già la notte era scesa da un po’, si decise al più saggio partito: scendere in traccia di Emmy e dello zio, raccontare tutto, cercare insieme Tom… Che mai poteva essere sopravvenuto al povero ragazzo? Mille pensieri angosciosi le torturavano la mente, mille paure, mille esitazioni. Rimpianse amaramente il momento in cui aveva accolto con un certo entusiasmo il piano del marito: alfine, decisa, si munì di una piccola lampada elettrica e uscì nell’oscurità del corridoio. Non sapeva dove fosse collocato l’interruttore della luce, perciò s’illuminò la strada fino allo scalone del primo piano. Là giunta scorse un commutatore e giù, in basso, un lontano riverbero di luce forse proveniente dalle stanze dove Emmy stava ancora vegliando. Quale strano impulso la guidò? Improvvisamente, anziché accendere la luce e discendere al primo piano, voltò a destra sul grande ballatoio e diresse gli assai vivi raggi della sua lampada verso l’oscurità di un corridoio. In esso non c’era nulla d’anormale; allora diresse la luce verso l’alto dello scalone che conduceva al secondo piano: ecco, secondo quanto aveva stabilito col marito, Tom doveva esser salito lassù… Come cedendo a un impulso inspiegabile la giovine donna prese a salire lentamente il largo scalone fino al ballatoio su cui si aprivano i quattro corridoi che diramavano in opposte direzioni. Là giunta diresse successivamente la sua luce verso l’oscurità di quelle gallerie; e alfine l’arrestò in direzione di una, dall’impiantito polveroso come le altre, ma sul quale si scorgevano delle assai nitide impronte di un paio di scarpe. In quel momento Jola possedeva una strana lucidità di pensiero e un intuito pronto e rapido: quelle erano le impronte del marito! Restò un attimo indecisa fra il correr giù a chiedere aiuto a qualcuno oppure proseguire dietro quella traccia tanto evidente che non avrebbe potuto smarrire; poi prese a camminare dietro quelle orme che apparivano prima assai lievi per il sottile strato di polvere esistente al suolo poi sempre più spesse man mano che la polvere depositata dal tempo aumentava di spessore. Quanto tempo Jola camminò così? non avrebbe saputo dirlo. Non aveva alcun senso di orientamento, né si curava di esaminare le stanze che percorreva e che fin da principio le si eran rivelate come abbandonate da tempo immemorabile: ciò che le premeva era di non smarrire la traccia del marito che d’altronde era evidente al massimo grado. Alfine pervenne davanti alla porta presso la quale abbiamo già veduto Tom: là le tracce terminavano in modo assoluto e la direzione dei passi indicavano chiaramente che suo marito aveva varcato quella porta. Ma ora essa era chiusa ermeticamente e a



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