Porpora by WARD J.R

Porpora by WARD J.R

autore:WARD J.R.
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788817042321
editore: Abyssinian
pubblicato: 2010-10-31T16:00:00+00:00


Capitolo 24

Seduto alla scrivania dello studio, John guardò accanto a sé. Sarelle sfogliava a testa china uno dei libri antichi e il corto caschetto biondo le ricadeva davanti al viso lasciando intravedere solo il mento. Insieme avevano passato ore a stilare un elenco di incantesimi per la festa del solstizio. Nel frattempo, in cucina, Wellsie ordinava i rinfreschi per la cerimonia.

Sarelle voltò un'altra pagina e John pensò che aveva proprio delle belle mani.

«Okay» disse la ragazza. «Questo dovrebbe essere l'ultimo.»

Alzò gli occhi su di lui e per John fu come essere colpito da un fulmine: una vampata improvvisa seguita da un attimo di disorientamento. In più, adesso aveva l'impressione di brillare al buio.

Sarelle sorrise e chiuse il libro. Poi ci fu un lungo silenzio. «E così... ehm... credo che il mio amico Lash sia nella tua classe.»

Lash era amico suo? Oh, fantastico.

«Già... e dice che hai il marchio della confraternita sul petto.» Vedendo che John non diceva niente, lo incalzò: «È vero?».

Lui si strinse nelle spalle, scarabocchiando qualcosa sul margine della lista che aveva compilato.

«Posso vederlo?»

John strinse gli occhi con forza. Credeva davvero che gli sarebbe piaciuto farle vedere il suo petto scheletrico? O quella cicatrice che si era rivelata un'enorme scocciatura?

«Io non penso che tu te lo sia fatto da solo, come invece sostengono loro» si affrettò a dire Sarelle. «Insomma, non è che voglia controllarlo o roba del genere, non so nemmeno come dovrebbe essere. Sono solo curiosa.»

Spostò la sedia più vicino e John fu investito dal suo profumo... o forse non era profumo. Forse era solo lei.

«Da che parte è?»

John si batté sul pettorale sinistro.

«Sbottona un po' la camicia» disse Sarelle piegandosi di lato, la testa inclinata. «John? Posso vederlo, per favore?»

Lui lanciò un'occhiata alla porta. Wellsie stava ancora parlando al telefono, in cucina, quindi era improbabile che piombasse dentro all'improvviso. Ma lo studio sembrava comunque un luogo troppo poco intimo.

Oh... Dio. Stava proprio per farlo?

«John? Voglio solo... vederlo.»

Okay, sì, stava per farlo.

Si alzò e accennò con il capo alla porta. Senza fiatare, Sarelle lo seguì in fondo al corridoio fino in camera sua.

Una volta entrati, John socchiuse la porta e fece per slacciare il primo bottone, imponendo alle sue mani di non tremare. Miracolosamente quelle lo ascoltarono, e si sbottonò la camicia fino allo stomaco senza troppi problemi. Scostò il lembo sinistro e distolse lo sguardo.

Sentendo un leggero tocco sulla pelle, trasalì.

«Scusa, ho le mani fredde» disse Sarelle, soffiandosi sulla punta delle dita prima di sfiorargli di nuovo il petto.

Dio, stava succedendo qualcosa al suo corpo, una specie di selvaggia agitazione sottopelle. Faticava a respirare. Aprì la bocca per far entrare più aria.

«È proprio una ficata!»

Rimase deluso quando Sarelle abbassò la mano. Poi però lei gli sorrise.

«Senti, ti andrebbe di uscire insieme, qualche volta? Potremmo andare in quel posto dove si finge di combattere con le pistole al laser. Sarebbe divertente. O magari al cinema.»

John annuì come un somaro.

«Bene.»

I loro sguardi si incontrarono. Lei era così carina, gli faceva girare la testa.

«Vuoi baciarmi?» sussurrò Sarelle.

John sgranò gli occhi di colpo.



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