Il sogno di un'impresa by Elserino Piol

Il sogno di un'impresa by Elserino Piol

autore:Elserino Piol [Piol, Elserino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-11-28T07:51:30+00:00


* * *

11 Casaglia, Olivetti – Leader tecnologico, cit.

28. GIAPPONE

A metà 1960 Beltrami e io ci trovavamo a San Francisco per una riunione con Galassi e decidemmo di ritornare in Italia via Giappone, per capire che cosa si stava sviluppando in quel mercato. Giungemmo a Tokyo senza un programma, con in mano solo una presentazione della Sumitomo Bank. Superate le prime diffidenze, dovute alla mancanza di preavviso e di adeguate introduzioni, riuscimmo a combinare una serie di incontri interessanti, il principale dei quali con Kobayashi, al tempo Direttore generale di Nippon Electric Company (Nec), che in seguitò diventerà Chairman di tale azienda e, tra l’altro, fonderà con Peccei il Club di Roma. Kobayashi, anche attraverso altre visite da lui organizzate, ci permise di farci un quadro della nascente industria dell’It in Giappone; ogni azienda del settore agiva in parallelo secondo due linee di sviluppo: da un lato collaborazioni con aziende statunitensi, dall’altro sviluppi propri, supportati dal governo giapponese.

Particolarmente interessante si rivelò la visita alla Casio: ci mostrarono un prodotto, teoricamente concorrente alla Divisumma, realizzato con tecnologie più adatte a un ascensore che non a una macchina per ufficio. Denominato “A Desk-Size Relay Calculator”, utilizzava circuiti elettrici e relay invece di logiche meccaniche o elettroniche: si trattava di un prodotto ridicolo, e chi avrebbe mai immaginato che quest’azienda, attraverso continui e rapidi esperimenti, sarebbe diventata uno dei leader mondiali nelle macchine per ufficio e nell’elettronica di consumo? A proposito di questo prodotto, in un recente articolo su una rivista specializzata si commenta: «Le idee selvagge di Kazuo Kashio hanno fatto perdere a Casio qualche battaglia, ma nell’attuale scenario della consumer electronic Casio potrebbe vincere la guerra»1.

Ritornammo in Italia con le idee non molto chiare: non emergeva una strategia precisa, in quanto le imprese sembravano procedere per tentativi del tipo “go and correct” (vai e poi correggi), ma in seguito si è constatato come il Giappone sia stato l’unico sistema Paese capace di darsi una strategia nel settore It. Le aziende giapponesi sono entrate tardi sul mercato dei computer, nonostante i lavori svolti presso diversi laboratori (Miti, Ntt ecc.), così nel momento in cui si aprì il mercato nipponico non c’erano produttori nazionali. Il governo giapponese intraprese allora una negoziazione con le aziende americane per favorire il trasferimento di tecnologia, non accettando loro investimenti diretti. Tra l’altro venne aperta una trattativa tra Miti e ibm, che voleva controllare la propria consociata al 100%, conclusa con un accordo che lasciava ibm libera di incorporare la consociata, in cambio dell’accesso per le imprese giapponesi a tutti i brevetti a un “giusto” prezzo.

Per assicurare la crescita equilibrata dell’industria occorreva proteggere il mercato interno, favorendo l’offerta nazionale; a tal fine è stato “sufficiente” controllare le importazioni di beni e di capitali: per i primi, stabilendo dei contingentamenti di importazione e fissando barriere tariffarie, per i secondi vietando gli investimenti esteri (escluso il caso di ibm o di joint venture). Allo stesso scopo è stato “sufficiente” appropriarsi delle tecnologie straniere, attraverso licenze e brevetti, negoziando molto spesso collettivamente con il sostegno del Miti.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.