L'Impero Dell'Atomo by Alfred E. Van Vogt

L'Impero Dell'Atomo by Alfred E. Van Vogt

autore:Alfred E. Van Vogt [Vogt, Alfred E. Van]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-07-24T20:41:04.695042+00:00


Lydia esitò, interessata. Ma si era lasciata distogliere dal suo obiettivo. «Principe...», ripeteva, cupa. Attribuito a Ciane, quel titolo aveva qualcosa che non le piaceva. Principe Ciane. Era piuttosto sconvolgente scoprire che alcuni uomini lo vedevano come un capo. Che ne era degli antichi pregiudizi contro i mutanti? Era sul punto di parlare di nuovo quando, per la prima volta, guardò la fontana.

Indietreggiò, senza fiato. L'acqua ribolliva: infatti ne sorgeva una nube di fumo. Il suo sguardo si concentrò sulla cannella, e Lydia si rese conto che ciò che ne usciva non era acqua e fumo. Era acqua bollente, e vapore. Acqua che ribolliva, ruggiva. Più acqua calda di quanta ne avesse mai vista, prodotta da una fonte artificiale. Si ricordò dei calderoni anneriti nei quali gli schiavi le scaldavano l'acqua per il bagno quotidiano. Provò un attacco di gelosia pura di fronte al lusso stravagante di una fontana d'acqua calda in giardino.

«Ma come fa?», sussurrò. «C'è forse una sorgente sotterranea d'acqua calda?»

«No, Signora, l'acqua proviene dal quel ruscello.» Il Cavaliere lo indicò. «Arriva fin qui grazie a tubi di coccio, poi viene distribuita nelle varie case degli ospiti.»

«Funziona con dei carboni ardenti?»

«Nulla di tutto questo, Signora.» Il Cavaliere stava cominciando a divertirsi visibilmente. «C'è un'apertura sotto la fontana, e potete guardare, se volete.»

Lydia voleva. Era affascinata. Si rendeva conto che si era lasciata distrarre, ma per il momento il resto passava in secondo piano. Con gli occhi lucidi, osservò il Cavaliere che le apriva la piccola porta di cemento, poi entrò per dare un'occhiata. Le ci vollero diversi secondi per abituarsi alla luce fioca, ma alla fine riuscì a distinguere l'enorme base del cannello, e il tubo da sei pollici che vi entrava. Lydia si raddrizzò lentamente. L'uomo chiuse la porta con aria prosaica. Quando Lydia si voltò e chiese:

«Ma come funziona?».

Il Cavaliere fece spallucce.

«Alcuni dicono che gli Dei dell'Acqua di Marte gli sono stati amici da quando aiutarono suo padre, ora defunto, a vincere la guerra contro i Marziani. Ricorderete certo che l'acqua dei canali si mise a ribollire furiosamente, disorientando i Marziani durante l'attacco. Altri dicono che sono gli Dei dell'Atomo ad aiutare il loro mutante preferito.»

«Oh!», disse Lydia. Questo era il genere di discorso che riusciva a comprendere. Non si era mai preoccupata neanche una volta, in vita sua, di ciò che gli Dei avrebbero pensato delle sue azioni. E certo non avrebbe cominciato allora. Si raddrizzò, e guardò imperiosa l'uomo.

«Non siate sciocco!», disse. «Un uomo che ha osato recarsi nelle Case degli Dei non crederà certo a queste fole da vecchie comari.»

L'uomo ammutolì.

Lydia si girò prima che riacquistasse la parola, e raggiunse la lettiga. «Alla casa!», ordinò agli schiavi. Erano già arrivati all'entrata principale prima che si rendesse conto di non aver scoperto il segreto, prezioso e terribile, delle fontane d'acqua bollente.

Ciane fu colto di sorpresa. Lei entrò nella casa nella sua maniera plateale e, quando uno schiavo la vide e corse fino al laboratorio del suo padrone per avvertirlo di quella visita, era tardi. Lydia era già sulla porta, quando Ciane alzò lo sguardo dal cadavere che stava sezionando.



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