Mobilit sostenibile by Stefano Maggi;

Mobilit sostenibile by Stefano Maggi;

autore:Stefano, Maggi; [Maggi, Stefano ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Politica, Farsi un'idea
ISBN: 9788815363411
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2020-08-15T00:00:00+00:00


FIG. 6. Le cosiddette «Zone 30», con velocità massima di 30 km/h, sono indispensabili per ridurre il numero e la gravità degli incidenti stradali, perché lo spazio di arresto è minimo, mentre aumenta al crescere della velocità in misura esponenziale, anziché proporzionale. Se fosse proporzionale, a 80 km/h l’auto si fermerebbe in circa 35 metri, ma non è così… per questo bisogna procedere a bassa velocità.

L’inaccessibilità

Il termine «accessibilità» ha molteplici significati, in generale rappresenta la caratteristica di ciò che è facilmente fruibile da qualsiasi tipologia di utente: vale per un edificio, per un mezzo di trasporto, per un sito internet. Nel settore della mobilità, si dice «accessibile» un luogo dove è possibile entrare senza che si trovino barriere architettoniche tali da ostacolare tutti coloro che hanno una ridotta possibilità di muoversi. Non vale soltanto per l’anziano con il bastone o per l’invalido in carrozzella, vale anche per la mamma con il passeggino e più in generale per chiunque abbia necessità di non fare scale, per motivi di salute temporanei o permanenti. Tutti si sentono più sicuri se l’ambiente è accessibile.

Se si vuole allargare l’accezione, si può trovare difficoltà ad accedere in un luogo perché ci sono file di auto imbottigliate in un ingorgo stradale o perché non ci sono stalli in cui lasciare l’auto vicino al posto dove ci si deve recare; oppure perché non c’è un marciapiede per arrivare in un certo punto e bisogna camminare in mezzo alle auto, cosa che succede spesso.

Il tema delle barriere architettoniche si è molto evoluto nel tempo. Nella fase iniziale, si faceva caso agli ostacoli fisici, come i gradini o le pendenze eccessive; in tempi più recenti si è invece posta l’attenzione anche sugli ostacoli meno evidenti, come la pavimentazione dissestata di una strada o di una piazza, o il bancone troppo alto di un ufficio, tale da ostacolare la visibilità per chi sta dall’altra parte seduto su una sedia a rotelle.

Nel settore dei trasporti, si è considerata l’accessibilità soltanto negli ultimi decenni: prima i treni, gli autobus, le navi non erano pienamente accessibili alle persone con limitata capacità motoria. Tramite una serie di direttive e regolamenti, l’Unione Europea ha imposto a tutti i mezzi pubblici di trasporto di diventare accessibili ai passeggeri con ridotte capacità motorie: disabili, anziani, genitori con bambini nei passeggini, nonché persone con i carrelli della spesa e donne in gravidanza.

L’accessibilità ai mezzi di trasporto non riguarda soltanto le difficoltà causate dalle barriere architettoniche alle persone con mobilità ridotta. Vanno infatti considerati anche i non vedenti e gli ipovedenti, che ad esempio faticano a leggere le paline con gli orari dell’autobus.

La questione dell’accessibilità fa parte dei diritti delle persone con disabilità, previsti dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006, ratificata dall’Italia con la legge 18 del 3 marzo 2009, secondo la quale «la disabilità è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri».

Siccome la problematica



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