Recami Francesco - 2014 - Il caso Kakoiannis-Sforza by Recami Francesco

Recami Francesco - 2014 - Il caso Kakoiannis-Sforza by Recami Francesco

autore:Recami Francesco [Recami Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Mystery & Detective, General
ISBN: 9788838931987
Google: yIb0oAEACAAJ
editore: Sellerio
pubblicato: 2014-12-14T23:00:00+00:00


Giovedì 14 gennaio

Marilou è prostrata e sempre meno vestita nel suo angolino, continua a lavorare sulle cinghie. Ivan sta affilando delle lame, coltelli e accette. Su un muro cadente è rimasta una scritta della fabbrica di candele: «Vietato fumare».

Alle sei Consonni decise di alzarsi dal letto, non aveva senso protrarre oltre il limite quella tortura, che fra l’altro non lo aveva condotto a una decisione definitiva. La scelta più ovvia e necessaria sarebbe stata quella di consegnare le sue prove e le sue relative ipotesi alle forze dell’ordine, e contemporaneamente mettere a parte la Kakoiannis-Sforza della situazione. Ma come si fa spesso in questi casi il Consonni rimandò di qualche ora.

Infatti, prima di fare le mosse durissime ma inevitabili, decise di togliersi un ulteriore scrupolo di coscienza riempiendo l’ultima tessera del mosaico, l’indirizzo della ragazza, che aveva trovato nel B&B. Mariella Crescenzago.

E così alle otto in punto uscì di casa.

La signorina Mattei-Ferri registrò con precisione: ore 8.01 Consonni esce.

E quindi quest’ultimo prese la metro linea verde, cambiò a Centrale FS e prese la gialla fino ad Affori per raggiungere l’indirizzo in questione, in un quartiere che a pensarci bene non era poi così lontano dalla Bovisa e dal famigerato Bed & Breakfast.

Era tantissimo tempo che Consonni non passava da quelle parti, un quartiere di palazzine e palazzi dai due ai sei piani, di vario tipo e stile, risalenti più o meno agli anni Sessanta, mediamente brutti, in cattive condizioni, quei palazzi che appartengono a cooperative. Tanti anni prima la povera Luigina aveva tentato di convincerlo: si trattava di cambiare zona, abbandonare quella fatiscente casa di ringhiera e trovarsi un bell’appartamento moderno in un quartiere totalmente rinnovato. Adesso che camminava in mezzo a quei casamenti grigi e squallidi Consonni si confermava nella giustezza della sua decisione, non aver abbandonato la casa di ringhiera, semmai apportando qualche miglioria. Peraltro alla Luigina non piacevano i criteri di arredamento del Consonni, tutti quei bei tessuti, pavimenti di legno pregiato, divani d’antiquariato foderati di stoffe che costavano 150 mila lire al metro, e in cucina mobili antichi. Avrebbe preferito una cucina moderna, tutta di formica – a quei tempi – o di vetro e profilati – in tempi più recenti. E in salotto avrebbe desiderato divani e poltrone moderni, in pelle o similari, e un mobile per la televisione di quelli ultimo modello. Ma Consonni da questo orecchio non ci sentiva... mobili in noce, tappeti persiani...

Sta di fatto che, dopo aver girato per una decina di minuti a vuoto, l’Amedeo trovò il palazzo in questione, il numero civico cui corrispondeva la residenza della Mariella. La campanelliera consisteva di una ventina di bottoni, ma non si capiva granché perché c’era un’infinità di etichette di plastica e di carta, con nomi strani aggiunti e sovrapposti via via. Gli ci volle un po’ a trovare il cognome, Crescenzago, ma finalmente eccolo, scritto a mano su un’etichetta autoadesiva.

E adesso che c’era da fare? Consonni non sapeva neanche se la ragazza vivesse da sola o con qualcun altro. Nell’incertezza suonò il campanello.



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