Aiko sul vulcano by Roberto Morgese

Aiko sul vulcano by Roberto Morgese

autore:Roberto Morgese [Morgese, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788898452439
Google: oCHtswEACAAJ
editore: La Torretta
pubblicato: 2017-10-15T15:59:04+00:00


18 (gufo)

Aiko canticchia. È contenta: ha superato due prove su tre, non sarà certamente un gufo sonnacchioso a fermarla.

Si addentra nel boschetto che ha scorto dalla caverna. Gli aghi di larice spuntati da poco sono di un verde tenerissimo e fresco. Un po’ d’umidità appare sospesa nell’aria come un fantasma di montagna.

Un bruco giallo e nero la accoglie ondeggiando sullo stelo del fiore che sta scalando. Aiko ricorda il tenero animaletto verde e indifeso in casa di Hokusai, ma appena la bimba posa il piede nel sottobosco, la larva si ferma. Al suo ingresso nella macchia alberata ogni frizzante cinguettio tace. Tutto è improvvisamente silenzio; il tempo pare arrestarsi.

La bimba si stupisce e si guarda intorno curiosa. C’è qualcosa che rende il paesaggio irreale, ma non vede nessuna traccia che possa spiegare la sua sensazione.

Accarezza la corteccia rugosa di un albero per vedere se in quello strano luogo le piante reagiscano magicamente al suo tocco: non accade nulla. Allora lei stessa si ferma.

Nella totale quiete inizia ad avvertire qualcosa. È una percezione leggera, come un soffio costante ma inafferrabile. È ritmico, va e viene. Assomiglia a un respiro. Il respiro di qualcuno che dorme, forse un bimbo. È possibile che ci sia sulla montagna un altro essere umano che condivida la sua triste sorte e si rechi lassù per lo stesso motivo?

Perlustra ogni angolo di sottobosco, ma non vede nessuno. Allora guarda tra i rami: forse il piccolo è al riparo su una chioma, ammesso che sia riuscito a salirvi.

Cerca e finalmente trova. Non si tratta di una persona: è un animale. È un tondo ammasso di piume posato su un rametto. Un gufo grigio e marrone.

Quant’è bello! Non capita spesso di vederne a valle; sulle colline ogni tanto se ne coglie il silenzioso passaggio nelle calde notti d’estate, quando si esce in giardino alla ricerca di un alito di vento. È difficile distinguere quell’uccello quando si ferma tra le chiome degli alberi: i suoi colori gli permettono di confondersi tra le fronde.

Hokusai le ha insegnato a rispettare gli animali, allora non lo disturba e si ferma là sotto ad ammirarlo. È proprio il suo respiro quel flebile sottofondo che aleggia quasi impercettibile tra la vegetazione.

Aiko si siede e appoggia la schiena a una bianca betulla, fissando il gufo dormiente. Se fosse proprio l’uccello di cui mi ha parlato la Dama? Se fosse la mia terza prova? si domanda. Ma ora è stanca. È quasi buio e anche lei preferisce riposare. Quando verrà la notte, se il gufo si sarà spostato dal suo ramo, allora non sarà quello a cui rivolgere i suoi sforzi; se invece sarà ancora lì, farà di tutto per svegliarlo.

La bimba chiude gli occhi quasi senza accorgersene e sprofonda in un dolce riposo. Dorme più di un intero giorno e sogna ciò che ha vissuto fino a quel momento, ma le figure non si muovono: sembrano quadri di un mondo inanimato, che galleggia sulla superficie liquida della vita.



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