Cattivi. Lady M. by Francesco Carofiglio

Cattivi. Lady M. by Francesco Carofiglio

autore:Francesco Carofiglio [Carofiglio, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-06-04T22:00:00+00:00


Dovevo avere sei o sette anni.

Giocavo nella casa dei nonni, volevo essere come mio padre, fare l’esploratore. Mio padre era un antropologo, e quando rientrava dai suoi viaggi di studio portava con sé oggetti misteriosi che colpivano molto la mia fantasia, maschere tribali, crani rinsecchiti di animali, bastoni appartenuti agli sciamani.

Un giorno scoprii l’armadio del diavolo. La nonna lo chiamava così perché sulla superficie intagliata delle ante spiccava una figurina con la coda e le corna, che rincorreva due angioletti nel bosco. E quel giorno aprii l’enorme anta di legno scuro.

Dopo oltre vent’anni mi ritrovavo come allora, accucciato sul fondo dell’armadio, totalmente immerso nell’oscurità. Sentivo l’odore stantio del legno, quello di cera d’api e altri che non riuscivo a decifrare. L’ambiente, pur in grado di accogliere un adulto, era angusto, avvertivo la pressione claustrofobica delle pareti intorno a me. Eppure provai a rilassarmi, chiusi gli occhi e mi concentrai sul respiro. Mi tornò in mente la sensazione che provavo eseguendo un numero imparato dal mio maestro escapologo. Ero un giovanissimo e promettente illusionista, e avevo avuto la fortuna di seguire il grande Houdini nella sua tournée americana. Dovevo sparire dentro una cassapanca per riapparire in una cella di vetro piena d’acqua. Ovviamente si trattava di un’illusione, ma il pubblico impazziva ogni volta. Ho sempre pensato che in ogni fenomeno che non riusciamo a comprendere alla fine ci sia un trucco, nascosto da qualche parte, e il progresso non sia altro che la strada che bisogna percorrere per scoprirlo.

Non so dire quanto tempo rimasi dentro l’armadio, so soltanto che entrai in uno stato di trance, anche favorito dalla potente miscela di tabacco e spezie. I battiti del cuore rallentarono, come quando ci si addormenta, e il corpo si fece più leggero, sempre più leggero.

Una lama di luce apparve sul fondo del mobile, provai a fare pressione sul pannello di legno. E la porta di Lilith si aprì.

Chi leggerà queste mie memorie penserà che quello che sto per raccontare sia il frutto di una mente suggestionabile, o delle fantasie alterate dall’assunzione di una sostanza. Io non posso escludere nulla di tutto questo. Posso solo limitarmi a raccontare quello che ho visto.

Aprii la porta e mi ritrovai nel corridoio. Giunsi alla scala a chiocciola e cominciai a scendere. Come la volta precedente, man mano che scendevo, l’aria si fece più pesante, sentivo lo stesso odore di certe cantine abbandonate. Atterrai in un posto diverso, sembrava l’imbocco di una galleria che si inoltrava nel cuore della montagna.

Mi incamminai, e percorsi quel tunnel per un tratto piuttosto lungo, nella penombra riuscivo a scorgere le pareti rocciose imperlate di umidità. A un certo punto in fondo al rettilineo era comparso un bagliore che sembrava irradiarsi da una piccola fonte di calore.

Quando fui più vicino mi accorsi che la fonte era il medaglione che mi aveva donato Miss Evelyn.

Riluceva nel buio, penzolando da un rilievo della roccia. Sarà utile per il tuo viaggio, mi ricordai le sue parole. Allora presi il cordino e infilai al collo il pentacolo.



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