Corpi estranei by Simon Schama

Corpi estranei by Simon Schama

autore:Simon Schama [Schama, Simon]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-02-20T12:00:00+00:00


VII

ISTANTANEE DELLA CALAMITÀ

Little Jacky, «un ragazzo negro», è morto: una delle diecimila vittime della peste bubbonica a Bombay tra il settembre 1896 e la primavera del 1897. Nella foto che lo ritrae, Jacky, otto o nove anni di età, è disteso su un piccolo tavolo tra una rudimentale capanna del tipo di quelle in cui vivevano molti della sua gente, i Sidi, e la fossa appena scavata nella terra in cui tra poco sarà sepolto. Calze bianche gli coprono i piedi che sporgono oltre il bordo del tavolo. Un cuscino gli sostiene la testa. Sua madre, accucciata, è semiavvolta in un panno bianco. Per molti africani, il bianco è il colore della morte.

I Sidi, a volte chiamati «Habshi» (ossia «abissini», dall’arabo Habash), erano discendenti di africani del mondo di lingua swahili della parte orientale del continente ridotti in schiavitù e portati, già dal XV secolo, dai trafficanti arabi dell’Oman attraverso l’oceano Indiano fino alla costa occidentale dell’India. Là avevano servito padroni del Gujarat come domestici, guardie del corpo, soldati e stallieri. In alcune enclave isolate del Gujarat e del Konkan, soldati e marinai sidi si erano sottratti alla schiavitù dando vita a potentati locali indipendenti. Uno di essi aveva perfino insediato una dinastia regnante che affermava di discendere dall’aristocrazia e dal clero etiopi. Durante il regno dell’imperatore moghul Aurangzeb verso al fine del XVII secolo, un ammiraglio sidi era stato comandante di una flotta, mentre una base fortificata sull’isola di Janjira respingeva gli attacchi dei principi indù maratha. Nel secolo successivo Janjira era diventata un microregno musulmano autonomo. Come alcune città-Stato medievali moresche, Janjira era stata governata nel XIX secolo da un primo ministro ebreo, dal nome altisonante di Shalom Gapuj Israel Wargharkhan, della comunità Bene Israel del Maharashtra. A Janjira gli afro-indiani musulmani erano stati nutriti culturalmente con una ricca dose di memorie religiose non ortodosse e tribali. Si costruivano templi dedicati al santo sufi Bava Gor, in onore del quale fu creato un intero repertorio di musiche per percussioni, salmodie e canti. Il rituale del goma a base di percussioni, salmodia e danza era una trascrizione diretta dello ngoma della cultura swahili, praticato nell’Africa orientale.1

Quando i britannici avevano abolito la loro tratta degli schiavi nel 1807 e mobilitato la Royal Navy per imporne l’interruzione, ai commercianti arabi ed europei che operavano da Mombasa, sulla costa orientale dell’Africa, e da Zanzibar, era stato permesso di continuare a inviare in India persone ridotte in schiavitù. All’epoca in cui, con una legge del Parlamento del 1833, si era posto fine alla schiavitù in quanto tale nell’Impero britannico, la Compagnia delle Indie Orientali ormai dominava l’India occidentale e i missionari cristiani – spesso l’avanguardia della crociata abolizionista – mettevano a disposizione dei fuggitivi sidi un’enclave protetta a Nasik, nel Maharashtra settentrionale. Ma molti Sidi o continuavano a servire come domestici quasi vincolati da un contratto i loro padroni indiani, e specialmente parsi, oppure trovavano lavoro, spesso degradante, nel formicaio impazzito dell’impiego marittimo saltuario che brulicava in tutta l’area portuale di Bombay. All’epoca



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.