Cosmofonia by Caspar Henderson

Cosmofonia by Caspar Henderson

autore:Caspar Henderson [Henderson, Caspar]
La lingua: ita
Format: epub
editore: DEAGOSTINI LIBRI
pubblicato: 2024-07-24T12:00:00+00:00


a. «Grande gioia delle gioie!», «Così, così!», «Ancora, ancora!», «Dateci dentro» o «Cantiamo! Balliamo!», n.d.a.

b. Più laconica l’Enciclopedia Treccani: «Arte che consiste nell’ideare e nel produrre successioni strutturate di suoni», n.d.t.

ARMONIA

A volte, quando si canta a più voci, succede qualcosa di bello: più sono definite le armonie e gli intervalli tra le note, più il suono risulta limpido, ricco, pieno, come se lo spazio tra i cantanti si riempisse di calore e lucentezza, e i corpi si illuminassero mentre risuonano. Diane Ackerman lo paragona all’effetto di un massaggio interiore. I confini evaporano al punto tale che, come disse David Hume in un diverso contesto, «ogni sentimento che noi possiamo provare passa facilmente da una persona a un’altra e produce nelle creature umane i movimenti corrispondenti».

Semplificandone la definizione il più possibile, l’armonia è uno stato di consonanza o concordia. In musica è una combinazione di note che, in simultanea, producono (di solito) un effetto piacevole. Il termine deriva dal latino harmonia, che a sua volta viene dal greco harmonía, affine a harmózō, “comporre, accordare”. In sanscrito il suo analogo è “yoga”, che significa anche “unire”: è l’unione o l’accordo dell’individuo, jīvātmā, con l’io supremo, paramātmā. Per Confucio, «l’armonia è […] l’unificazione del molteplice. La musica è l’armonia tra cielo e terra. Dove c’è armonia, la miriade dei viventi è in concordia».

La musica non è una cosa sola, e molte culture non la distinguono dalla danza. Ma sebbene il concetto di armonia “piacevole” cambi a seconda del luogo e dell’epoca, certi suoi elementi costitutivi si direbbero universali. Tra i principali spiccano gli intervalli di ottava (come quello che separa le prime due note di Somewhere Over the Rainbow) e di quinta (Brilla brilla la stellina), a partire dai quali si possono sperimentare infinite nuove forme e invenzioni. Nella musica classica indiana, per esempio, uno strumento come la tanpura è solito emettere un bordone composto dalla nota fondamentale, più la sua ottava e la sua quinta; in questo modo pone le fondamenta sulle quali si sviluppano le variazioni microtonali e ritmiche.

L’ottava e la quinta sono prodotte da onde sonore che con la fondamentale hanno un rapporto matematico e fisico semplice: la lunghezza d’onda dell’ottava è pari alla metà della fondamentale, quella della quinta è pari a due terzi. Espresse sotto forma di frazioni utilizzano i numeri naturali più piccoli, 2:1 e 3:2. Nel sistema dell’intonazione giusta, o pura, anche il resto degli intervalli della scala musicale è fatto di frazioni di numeri piccoli e interi. La quarta corrisponde a 4:3 della fondamentale, la terza a 5:4, e così via.

Siccome le proporzioni tra lunghezze d’onda sono semplici, i loro ventri e le loro creste entrano in sincronia a intervalli regolari e prevedibili. L’ottava compie due oscillazioni nell’arco di tempo in cui la fondamentale ne completa una, la quinta ne emette tre ogni due della fondamentale, e via dicendo. L’orecchio e il cervello umano riconoscono e accolgono queste semplici relazioni come quando, a bordo di una nave, ci si sente cullati dal moto regolare delle onde ma non dal mare mosso.



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