La Guerra Dei Troll by Christoph Hardebusch

La Guerra Dei Troll by Christoph Hardebusch

autore:Christoph Hardebusch [Hardebusch, Christoph]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy
ISBN: 9788834423165
editore: Armenia
pubblicato: 2009-05-14T16:00:00+00:00


28.

NELLA GIORNATA CHE AVEVANO TRASCORSO nella radura indifesa Pard non era stato di malumore. Anche gli altri troll sembravano per lo più inclini agli scherzi e alle burle. Sten, invece era perseguitato da visioni cupe e si sentiva fuori luogo tra l’elfo, i troll e il veggente. Aveva cercato per tutto il giorno di riposare nel granaio, ma la sua mente non voleva saperne. Così era rimasto sospeso a lungo tra il sonno e la veglia mentre i rumori del bosco e la tosse incessante di Vangeliu gli risuonavano nelle orecchie e gli ricordavano dove si trovava.

Ora sedeva davanti alla baracca, stanco e di cattivo umore, mentre Pard raccontava di un troll che aveva affrontato cento nani e li aveva sconfitti. Non si dice che il sonno porta l’oblio? Tuttavia, quando il sonno non vuole arrivare, non si riesce nemmeno a dimenticare, pensò il Wlachako, sbadigliando e ascoltando distrattamente la storia cruenta. Vorrei che Pard la smettesse, tanto la morale è che il troll ha mangiato tutti i nani. Mentre il gigante continuava a raccontare, scandendo la sua storia con vivaci movimenti delle mani, Sten notò che il bosco era sprofondato in un silenzio insolito. Il canto degli uccelli era cessato e gli animali non emettevano alcun verso. La presenza dei troll aveva senza dubbio quell’effetto sull’ambiente circostante, ma in lontananza si erano sempre sentiti i rumori notturni del bosco.

«… ha preso la gamba di quel piccolo bastardo, l’ha afferrata con i pugni e…».

«Zitto», bisbigliò il Wlachako, guadagnandosi un’occhiata rabbiosa da parte di Pard. «C’è qualcosa nei paraggi. Gli animali sono ammutoliti», spiegò il giovane guerriero con un vago gesto in direzione del bosco.

Ora anche i troll scrutarono l’oscurità con attenzione. Alcuni fiutarono l’aria mentre Pard si alzava e tendeva le orecchie.

«Non si sente nulla, non si vede nulla», bofonchiò Vrok. «Devono essere elfi».

«Non si tratta certo di nani», replicò Pard con una risata, tornando a sedersi. «Nonostante ciò, Vrok, vai sul limitare del bosco e monta la guardia con Grena e Remm».

I tre obbedirono e scomparvero tra gli alberi. Pard appoggiò la schiena e guardò Sten.

«Se sono elfi, non servirà a niente, ma, se arriva qualcos’altro, ci avvertiranno. Dunque, dov’ero rimasto? Ah sì, la gamba del nano…».

«Uhm, che cosa c’è tra voi e i Vinai?» si affrettò a interromperlo Sten.

«Che cosa intendi? Che cosa ci dovrebbe essere?».

«Mantenete la pace. Talvolta percepisco addirittura una sorta di rispetto tra voi. Ma anche un Vinak è un essere piccolo e debole, giusto?».

Prima Pard corrugò la fronte, poi scoppiò in una sonora risata. «Vuoi paragonare gli esseri umani agli elfi?» domandò, sghignazzando.

Il Wlachako gli lanciò un’occhiataccia e scosse la testa. «Assolutamente no. Mi meraviglio solo del tuo comportamento».

«Non abbiamo alcun conflitto con gli elfi. È una delle cose che ogni troll sa».

«Ma li conoscete a malapena. O sbaglio? Il mondo quassù vi è estraneo, e fatico a immaginare i Vinai che scendono da voi nelle viscere della terra», osservò il guerriero.

«No. O almeno, non che io sappia. Ma come ogni troll sa che



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