La materia del mondo by Ed Conway

La materia del mondo by Ed Conway

autore:Ed Conway [Conway, Ed]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-10-31T11:12:36+00:00


Poco era stato risparmiato. Solo la piscina naturale era rimasta quasi intatta. Qualche mese dopo al suo interno fu avvistato un pitone, prova, secondo il popolo aborigeno, che era ancora un luogo spirituale e sacro. I manufatti ritrovati nelle caverne rimasero nel container, sebbene non fosse certo una garanzia di sicurezza, visto quello che era successo in altre zone del Pilbara. Negli anni novanta, nella miniera di Marandoo, dei reperti di grande valore culturale furono estratti da un anfratto prima che fosse distrutto e portati altrove. In seguito si venne a sapere che erano stati accidentalmente gettati in una discarica nella città di Darwin.

Le esplosioni sono i battiti del cuore del Pilbara nel xxi secolo. Se ci si ferma abbastanza a lungo nella zona, ci si abitua in fretta al lontano thud-thud-thud di milioni di rocce – alcune tra le più antiche e meravigliose formazioni ferrose a bande che ci siano – ridotte in mille pezzi. La sola Rio Tinto fa saltare ogni anno all’incirca un milione di cariche esplosive, il che significa in media una ogni trenta secondi, anche se di solito sono a gruppi di qualche centinaio. È stato stimato che ogni anno vengono distrutti tra i cento e i duecento preziosissimi siti e oggetti di interesse archeologico e culturale, con l’immancabile approvazione dello Stato. Questa, in fin dei conti, è una terra in cui la storia culturale è ricca quanto le riserve di minerali ferrosi.

Ferro, oro, uranio, rame, litio: sono poche nel mondo le riserve di questi minerali che, in un modo o nell’altro, non turbano i diritti e la memoria di chi vive sulla superficie. Forse, ciò che rende inquietante la distruzione delle caverne di Juukan è che ne siamo complici. I minerali ferrosi australiani a buon mercato sono uno dei motivi per cui la Cina ha potuto continuare a produrre beni altrettanto a buon mercato per il resto del mondo. Quelle rocce sono diventate l’acciaio con cui la Cina ha costruito le fabbriche e i macchinari dove vengono prodotti i nostri smartphone, dove sono assemblate le batterie, dove sono realizzati i giocattoli dei nostri figli.

Oggi, o forse domani, un’altra enorme esplosione scaglierà a qualche metro di altezza migliaia di tonnellate di minerali ferrosi del Pilbara, che poi ricadranno formando mucchi di pietre che verranno rimosse da escavatrici grandi come chiese, saranno frantumate e smistate, e quindi caricate su un treno diretto a Port Hedland, a nord. Lì, in quello che è attualmente il più grande porto del mondo per l’esportazione di materiali sfusi – soprattutto minerali ferrosi, ma anche sale e, di recente, litio – la terra del Pilbara verrà caricata su enormi navi che la porteranno in tutto il mondo: Cina, Giappone, Corea, Stati Uniti e, qualche volta, anche alle acciaierie di Port Talbot nel Galles meridionale.

Sono questi minerali ferrosi che, per quanto lentamente, stanno correggendo la disparità di acciaio pro capite tra le nazioni, consentendo ad Asia e Africa di costruire le strade, le ferrovie, le scuole e gli ospedali necessari per migliorare il loro standard di vita e avvicinarlo a quello del resto del mondo.



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