L'arte della politica by Plutarco

L'arte della politica by Plutarco

autore:Plutarco [Plutarco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2024-01-15T12:00:00+00:00


MONARCHIA, REPUBBLICA E OLIGARCHIA

1. Accingendomi a riproporre come a un tribunale la dissertazione che tenni ieri, mi parve di udire sveglio e non in sogno1 la Virtú politica, che mi diceva: «Forgiata in oro è la base per canti sacri»2. Cosí, gettate le fondamenta del discorso che indirizza e determina a darsi alla politica, «ora, suvvia, edifichiamo le mura»3, costruendo su questa esortazione l’insegnamento dovuto a chiunque abbia accolto l’incitamento e l’impulso a occuparsi degli affari pubblici. Ascoltandoli e accogliendoli egli sarà utile al popolo, per quanto possibile a un uomo, attendendo anche sicuro e onorato ai propri affari privati. Ma per procedere a quanto ci aspetta dopo queste premesse, occorre considerare qual è la migliore forma di governo. Infatti come sono numerose le vite degli uomini, cosí anche i regimi, vita dei popoli, per cui è fondamentale assumerne il migliore; e infatti il politico sceglierà fra tutti il migliore o, se gli è impossibile, il piú simile.

2. Regime politico è anche detta la condivisione dei diritti di cittadinanza, come diciamo che i Megaresi l’attribuirono con una votazione ad Alessandro, e derisi da lui per il loro zelo, replicarono che precedentemente l’avevano votata solo a Eracle, e ora a lui. Alessandro stupito accettò l’onorificenza per la sua rarità. Ma politica viene detta anche la vita di un uomo che si occupa degli affari pubblici, come si loda la politica di Pericle e Biante, e si biasima quella di Iperbolo e Cleone4. Alcuni poi designano come politico anche un atto opportuno per la comunità e splendido: un’elargizione di denaro, la conclusione di una guerra e la presentazione di una proposta di legge. Per cui oggi diciamo che il tale ha compiuto un atto politico se ha provveduto ai bisogni della comunità.

3. Oltre a tutto ciò col termine «politica» si definiscono la struttura e il sistema che regolano gli atti di una città. Perciò si dice che sono tre: monarchia, oligarchia e democrazia, messe a confronto anche da Erodoto nel terzo libro5. Ripartizione generica, evidentemente, simile a quella della scala musicale, in cui dalle note principali se ne ottengono altre allentando o tendendo le corde. Cosí qui si sono verificate deviazioni e alterazioni per eccesso o per difetto. Fra queste costituzioni, al momento del loro piú esteso e grande vigore fra le genti la monarchia assoluta e insindacabile l’ebbero in sorte i Persiani; gli Spartani l’oligarchia aristocratica e autentica; gli Ateniesi la democrazia indipendente e schietta. Alterazioni erronee e distorsioni per eccesso di queste costituzioni sono, come vengono definite, le tirannidi, le signorie e le oclocrazie, per cui la monarchia genera prepotenza e arbitrio, l’oligarchia alterigia e arroganza, la democrazia anarchia e un’uguaglianza esasperata, tutte dissennate.

4. Perciò come un musicista competente usa qualsiasi strumento armonicamente e abilmente, toccandone le corde e facendolo risuonare nel modo proprio di per sé a ciascuno; e tuttavia, seguendo il consiglio di Platone6, tralascerà le arpe, i triangoli, le cetre, preferendo la lira e la cetra; nello stesso modo il bravo politico maneggerà l’oligarchia instaurata da Licurgo



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