Modignani Sveva Casati - 2019 - Segreti e ipocrisie by Modignani Sveva Casati

Modignani Sveva Casati - 2019 - Segreti e ipocrisie by Modignani Sveva Casati

autore:Modignani Sveva Casati [Modignani Sveva Casati]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, General
ISBN: 9788893428811
Google: hwGsDwAAQBAJ
Amazon: B07X7D6VDG
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2019-09-23T22:00:00+00:00


9

«ANGELINA mi ha detto che tuo fratello è arrivato ieri sera», esordì la nonna, entrando nella veranda dove Maria Sole stava facendo colazione.

Maria Vittoria, nonostante l’età avanzata, era sempre una donna affascinante.

«Come sei bella, nonna!» esclamò Maria Sole, sorridendole.

Indossava un camicione di lino immacolato, acquistato per pochi spiccioli al mercato di Santa Margherita ma che, impreziosito da una collana di corallo e dall’eleganza del portamento, sembrava un capo di sartoria.

«Lascia perdere i complimenti. Voglio sapere come sta Filippo», replicò la nonna, sedendo al tavolo, di fronte a lei.

«Non ne ho idea. Ieri sera ho cercato di parlargli, ma è andato nella sua stanza.»

«Vuole stare da solo e noi rispetteremo il suo isolamento.»

«Non è facile vivere nella nostra famiglia», sussurrò Maria Sole.

«Non è facile vivere in nessuna famiglia», replicò Maria Vittoria, versando un rivolo di panna nella tazza del caffè.

«A me sembra che le famiglie dei miei amici siano meno complicate della nostra.»

«Perché non ci vivi dentro», tagliò corto Maria Vittoria.

«Che cosa devo fare?»

«Quello che fai di solito.»

Fiorella, la domestica, arrivò dalla cucina con un cesto colmo di pesche e disse: «Le ha portate il contadino con altre verdure fresche. Con quelle faccio il minestrone e con queste?»

«Prepara una teglia di pesche al forno con gli amaretti», ordinò la nonna.

Le banalità quotidiane sembrarono, a Maria Sole, un insulto al dramma che stava vivendo Filippo.

Le sarebbe piaciuto scendere in spiaggia, ma non voleva allontanarsi dal fratello. Così si rifugiò nel patio, aspettando che lui la raggiungesse.

La nonna uscì in giardino a cogliere le rose e Filippo si palesò: «Io torno a Verona», annunciò.

«Ma non sei in licenza?» osservò Maria Sole, scrutandolo con un senso di pena. Era ancora più magro di quando lo aveva visto a Cassino. Indossava un paio di bermuda e una maglietta bianca. Sul viso gli lesse i segni di una notte insonne.

«Sono stato licenziato da Camilla come l’ultimo dei servi», sussurrò.

«Allora portami con te. Sono scesa apposta dalla montagna per incontrarti.»

«Sei molto affettuosa, sorellina, ma io non voglio essere soccorso. Ho bisogno di stare da solo e la caserma, con tutta la sequenza di regole assurde che comporta, è il posto giusto per non pensare.»

«La tua sofferenza mi fa male», ammise lei e proseguì: «Lo sapevi anche tu che era un amore senza sbocco».

«Io l’ho saputo solamente ieri sera, perché me lo ha detto lei, senza troppi giri di parole.»

«Credevi davvero che una donna di oltre trent’anni lasciasse figli e marito per fuggire con te?»

«Era quello che lei mi aveva lasciato intendere. Non avrei sconvolto la mia vita se non fosse stato così.»

«Magari quando te lo diceva lo pensava davvero», gli suggerì nel tentativo di attenuare il suo dolore.

«Non si gioca con i sentimenti degli altri.»

«Certe persone lo fanno perché sono cretine e, dai cretini, non ti puoi difendere», sbottò. Avrebbe voluto dirgli che aveva ascoltato le sue parole, che era una donna spregevole, che aveva parlato di lui come di un cagnolino che le era venuto a noia.

Lui domandò: «Da quando sei diventata così saggia, scimmietta?»

Lei si alzò, andò ad abbracciarlo e replicò: «Quale saggezza? La mia è la voce dell’amore fraterno.



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