Ombre e altri atomi by AA.VV

Ombre e altri atomi by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
editore: Perseo
pubblicato: 1987-11-30T23:00:00+00:00


Shades, by Lucius Shepard. Copyright © 1987 by the Author. Traduzione di Stefano Carducci.

Città splendida, città cupa… città gotica e incantata, dove i sogni assumono l’aspetto di persone che si possono persino amare, quando la solitudine ti stringe di più il cuore… città di ombre, città sfuggente e misteriosa, dove nemmeno un amore duraturo ho avuto, qui c’è persino una strada che si chiama Via delle Streghe e lì, nell’ora del tramonto, in Via delle Streghe, in una vecchia casa da anni abbandonata, io da tempo ogni giorno mi recavo per mettermi a guardare, in fondo a un ampio salone con le porte a vetri tutte fracassate, il cielo terso e il verde del giardino, e lo facevo perché una zingara mi aveva detto per la strada: «Porta una rosa a ogni tramonto in quella casa, e alla fine sarà quel fiore a condurti da ciò che tu cerchi più di ogni altra cosa.» E siccome io che ero tutto logica e ragione, io che ero solo calcolo e pensiero… siccome io venivo da un’ennesima storia d’amore disperata, allora alle parole della zingara ho prestato fede e così, in quella vecchia casa di Via delle Streghe dove l’erba cresceva incolta nel giardino solo dai gatti frequentato… lì io allora andavo puntualmente tutte le sere, e ogni volta portavo tra le mani una rosa e la posavo sul davanzale dinnanzi al più ampio finestrone, e poi attendevo, sperando che quel piccolo fiore potesse davvero riuscire a portarmi da ciò che avevo sempre desiderato più di ogni altra cosa: l’amore vero, l’amore eterno, duraturo, quello che non sarebbe finito o svanito mai. E così i giorni si erano susseguiti e io, in quella vecchia casa abbandonata, avevo portato sempre una nuova rosa e avevo aspettato, ma mai e poi mai, un tramonto dopo l’altro, mai lì niente era accaduto e ogni volta la rosa che io avevo recato se ne era restata sul davanzale sempre ferma e sola… già, nessuna donna infatti mai lì era arrivata, e a mano a mano che il tempo era passato, io avevo incominciato a dirmi che era proprio assurdo continuare a tornare in quel salone vuoto, dove nulla di certo sarebbe mai accaduto… ma lo stesso, irrazionalmente, ogni sera ritornavo in Via delle Streghe, sì, ci ritornavo e ogni volta, come celebrando un rito, entravo in quella vecchia casa abbandonata, oltrepassando il cancello arrugginito, e andavo a posare sul davanzale la mia nuova rosa, e poi me ne restavo fermo là, nella penombra appena accennata, quasi trattenendo il fiato, in attesa, fissando quel fiore delicato i cui petali si riempivano, a mano a mano che il sole calava, sempre più di rosso fuoco… quel fiore che certamente mai mi avrebbe condotto da ciò che avevo cercato per tutta la vita più di ogni altra cosa.

Sole… fiore… attesa… che strana storia, vero? Sembrerebbe quasi una fiaba, solo che era vera e io ogni sera, al tramonto, la vivevo, perché aspettavo sul serio qualcosa… o, meglio, qualcuna… sì,



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