Wambach Abby - 2019 - Un branco di lupe by Wambach Abby

Wambach Abby - 2019 - Un branco di lupe by Wambach Abby

autore:Wambach Abby [Wambach Abby]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sports & Recreation, Football
ISBN: 9788852095849
Google: yfWdDwAAQBAJ
Amazon: B07TB91MRS
editore: MONDADORI
pubblicato: 2019-07-01T22:00:00+00:00


4

TRASFORMATE IL FALLIMENTO IN CARBURANTE

Vecchia regola:

Fallire significa che siete fuori dai giochi.

Nuova regola:

Fallire significa che state finalmente

giocando.

Ai tempi in cui facevo parte della nazionale giovanile americana e sognavo di giocare, un giorno, al fianco di Mia Hamm, ebbi la fortuna di visitare gli spogliatoi della nazionale femminile maggiore. Il tempo per me si fermò mentre mi guardavo intorno e cercavo di imprimere nella memoria tutto ciò che vedevo: le scarpe sporche d’erba delle mie eroine, i loro nomi e numeri di maglia segnati sugli armadietti, le divise piegate con cura sulle sedie.

L’immagine che però mi avrebbe accompagnata per sempre fu di tutt’altro tipo.

Il ricordo più vivido che conservo di quel momento è una fotografia di piccolo formato.

Qualcuno l’aveva attaccata con lo scotch accanto alla porta, in modo che fosse l’ultima cosa che le giocatrici vedessero prima di uscire in campo ad allenarsi.

Se pensate che si trattasse della foto di una vittoria, che ritraeva la squadra mentre festeggiava o riceveva delle medaglie d’oro su un podio, vi sbagliate. Era un’immagine dell’avversario storico della squadra, la nazionale norvegese, che festeggiava dopo aver battuto gli Stati Uniti ai Mondiali del 1995. Era la foto di una sconfitta subita dalla squadra.

Cinque anni dopo fui convocata in nazionale. Un giorno, in viaggio, sedute a tavola senza un granché da fare, ci raccontammo storie e aneddoti per ore. Trovai il coraggio di informarmi su quella foto; dovevo sapere cosa significasse, e così chiesi: «Come mai avete appeso all’ingresso degli spogliatoi una foto della nazionale norvegese? Perché volete che quella sia l’ultima immagine che vedete prima di uscire a giocare?».

Le mie compagne sorrisero e capii che non vedevano l’ora che l’ultima arrivata cominciasse a porre le domande giuste. Mi spiegarono che l’obiettivo principale di una nazionale era vincere ma che la loro squadra, quando perdeva, non si lasciava intimorire e anzi ne traeva motivazione e ispirazione. La squadra non rinnegava mai una sconfitta. Non la rifiutava. Non la considerava la dimostrazione di non essere all’altezza di giocare a quel livello. Al contrario, conservava la sconfitta nel ricordo perché sapeva che le lezioni apprese nel passato sarebbero diventate il carburante per vincere in futuro.

«E secondo voi quella foto funziona?» chiesi ancora.

«Be’, l’anno seguente vincemmo il nostro primo oro olimpico… Che ne dici?» ribatté Julie Foudy.

Mi alzai da quel tavolo con la consapevolezza che, per diventare una campionessa – dentro e fuori dal campo di gioco –, avrei dovuto dedicare la mia vita a trasformare i fallimenti in carburante.

Le donne non hanno ancora attinto al potere del fallimento. Quando si verifica ci lasciamo prendere dal panico, lo neghiamo o lo rifiutiamo. Nel peggiore dei casi, consideriamo il fallimento la dimostrazione del fatto che siamo degli impostori senza alcun valore. Gli uomini, invece, possono fallire e continuare a giocare. Perché noi permettiamo al fallimento di escluderci dai giochi?

Fin dall’alba dei tempi uomini imperfetti hanno ricevuto il potere e il permesso di guidare il mondo. È giunto il momento che donne imperfette si diano il permesso di unirsi a loro.

La perfezione non è un requisito necessario alla leadership, ma vederla in questo modo non è un crimine.



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